Doppio carpiato ed avvitamento prima di finire in acqua; un abbinamento che in genere meriterebbe – se eseguito nel migliore dei modi – il massimo della valutazione da una giuria a bordo vasca, ma che tramutato in termini cestistici e nella decisione della Juve di affidarsi a Claudio Tommasini come parte integrante del roster e quindi ad un ragazzo che ha saltato due categoria compresa la sua vecchia B1, è rappresentata dalla convocazione in azzurro da parte di Simone Pianigiani. Insomma la classica dimostrazione dell’affermazione che il lavoro paga e lo fa sempre. E Claudio Tommasini ha riscosso la sua prima parte della ricompensa a stagione non ancora conclusa. Una ricompensa che ad onor del vero a partire da questo 2014 era arrivata già sotto forma di maggiore fiducia e di maggiore attenzione da parte di coach Lele Molin che gli ha continuato a dare minuti su minuti, ai quali il bolognese ha cercato di rispondere sempre con la massima concentrazione, con la massima dedizione e a volte anche con i fatti su ambo i lati del campo. Una convocazione, però, che è anche un premio alla Juve e al movimento. Un premio per la società di Terra di Lavoro, visto che ha avuto il coraggio e la voglia di investire sui giovani e di farlo in maniera importante regalando a ragazzi come lo stesso Tommasini o Michele Vitali, non solo la possibilità di essere in campo, ma di farlo da protagonisti. Un premio per il movimento – dove il club di Pezza delle Noci per quanto fatto e descritto precedentemente potrebbe essere considerata come una candidata all’oscar per l’attore non protagonista – in quanto i due bianconeri sono la dimostrazione che nelle minors, nei piani sottostanti alla LegaA il lavoro che si svolge è anche produttivo di materiale interessante e sul quale lavorare con pazienza non solo per i club, ma anche per l’intero movimento cestistico. «E’ stata una grande emozione – ha commentato con il sorriso sulla bocca lo stesso Claudio Tommasini -. Il primo a darmi la notizia è stato Vitali che era entrato nello spogliatoio prima di me e poi ho ricevuto la chiamata di mio padre che mi ha confermato la cosa. Vengo da un campionato di B1 e in un anno mi sono ritrovato a misurarmi con la massima serie e poi a ricevere questa convocazione che oltre ad essere una grande soddisfazione personale è l’avversari di un sogno».
In cosa ti senti d aver fatto un passo in avanti determinando appunta la chiamata di Pianigiani. Attacco o difesa?
«Diciamo che non c’è una parte del campo o del gioco dove penso di aver fatto più passi in avanti rispetto all’altra. Credo che prima di tutto la chiamata in azzurro sia figlia della fiducia che sono riuscito a guadagnarmi a Caserta e nella fattispecie nella persona di coach Molin dopo un periodo, quello di dicembre, in cui ero un po’ fuori fase. Ogni giorno, però, ho portato in allenamento il massimo dell’impegno e questo mi ha regalato prima la fiducia del coach e poi minuti e numeri in campo abbastanza importanti. Quindi diciamo che è stata una somma di tanti fattori».
C’è qualcuno in particolare che vorresti ringraziare?
«Assolutamente si ed è la Juvecaserta. Devo ringraziare il club ed ovviamente tutto lo staff tecnico per avermi dato questa grande possibilità».
Passando al campionato ed esclusivamente a Caserta, il vostro calendario dice due partite in casa nelle prossime due settimane. Ma quale secondo te la differenza tra casa e trasferta?
«Di sicuro dal punto di vista mentale e forse anche offensivo, giocare in casa è sempre un qualcosa di diverso. In trasferta forse accusiamo la mancanza del pubblico e forse anche quel pizzico di esperienza nel gestire offensivamente alcune situazioni come per esempio è successo a Brindisi. Però rispetto al passato abbiamo fatto dei grandi passi in avanti e nel bicchiere mezzo pieno metto anche la grande difesa con la quale abbiamo costretto una squadra offensivamente valida come Brindisi a meno di 70 punti. Siamo sulla giusta strada, ci manca poco e credo che tutte queste lezioni prima o poi daranno i loro frutti».
La prima dei due impegni casalinghi è Montegranaro, forse la partita tra le due con più insidie nascoste…
«Di sicuro sarà una sfida delicata dove non puoi pensare a nulla di diverso da quello che accade in campo. Non si può pensare alle loro vicende extracestistiche o ai loro addii e la vittoria a Varese ne è la più nitida dimostrazione. Sono una squadra di professionisti che non ci tengono a fare da vittima sacrificale, noi da parte nostra dobbiamo essere per atteggiamento e fase offensivi gli stessi di Avellino e gli stessi di Brindisi in difesa».