Se poche sono le certezze nella vita, altrettanto meno – forse quasi unicamente pari ad una – erano quelle di vedere nella sala stampa del Palamaggiò Jeff Brooks come interlocutore principale del successo largo e prepotente nel derby contro la Sidigas. Certo poteva esserci Scott, che ad onor del vero in sala stampa c’è arrivato con Easley, ma solo per mettere in piedi un siparietto davvero molto simpatico mentre il connazionale era impegnato a rispondere ai media, ma i numeri dell’ex Cantù, la consistenza con la quale li ha creati e posti in essere, non poteva non premiarlo come ‘uomo partita’, non fosse altro per la mancanza di errori al tiro, per il 36 di valutazione e un match dominato dal primo all’ultimo minuto. Insomma partita perfetta? Per tutti ma non per il diretto interessato che ha cosi commentato la propria prestazione: «No non è stata una partita perfetta. Questa è una dicitura che viene usata quando al termine della gara si guardano le statistiche e non c’è nessun segno negativo in quello che hai fatto in campo e nella partita con Avellino un segno meno c’è stato, visto che ho perso un pallone e quindi non è stata una partita perfetta. Un’ottima partita, ma non certo quella perfetta».
Riguardando mentalmente la partita, quale il tuo giudizio generale?
«Quella che abbiamo fatto domenica sera è stata una grande partita. Sapevamo che era un match difficile e con tante attese da parte dei nostri tifosi e quindi ci tenevamo a fare bella figura. In settimana ci siamo preparati alla grande per poter fare bene in campo e in partita siamo riusciti a rispettare tutto il piano partita e alla fine il risultato è stato una grande vittoria per noi e per il pubblico».
Fino ad ora l’avevi visto solo in allenamento, ora in partita, quale il tuo giudizio su Moore?
«E’ un vero e proprio playmaker. Quella contro Avellino è stata la sua prima partita, quindi non ha ancora avuto modo di mostrare tutto il suo valore, ma di sicuro ha lasciato intravedere qualcosa. E’ un giocatore che gioca bene il pick and roll, che sa trovare i compagni nel modo e nel momento giusto sia a difesa schierata che in transizione, ma soprattutto può arrivare dal palleggio al ferro e può tirare da tre punti. Senza contare, poi che in difesa è concentrato e veloce nel pressare ogni tipo di pari ruolo avversario».
A questo punto ci credete più che mai ai playoff?
«Dobbiamo crederci. Credo che siamo sulla buona strada e personalmente penso che ci mancano sei vittorie per le quali basta non perdere mai in casa e piazzare qualche buon colpo in trasferta, magari iniziando dalla prossima a Brindisi. Di sicuro non sarà una trasferta facile o un campo facile in cui giocare e portare a casa la vittoria, ma se giochiamo come abbiamo fatto questa sera, con grande intensità, con grande determinazione e forza, i playoff di sicuro faranno parte del nostro futuro».
Ne hai una in particolare dove vorresti vincere assolutamente?
«Ad essere sincero no. Nessuna in particolare, ogni partita ha un qualcosa di speciale, tutte servono per provare ad arrivare al nostro obiettivo finale».
L’animo nobile di un condottiero lo si vede in momenti particolari, in momenti che esulano da una vittoria o una sconfitta, che sia un tuo compagno di squadra o un avversario contro il quale, probabilmente, avresti lottato per tutti i quaranta minuti. E Brooks questa bontà, questa umanità di fronte ad una vera e propria tragedia come quella che ha colpito Ivanov per la perdita del fratello (lo stesso Brooks ha un rapporto particolare con il suo e quindi immagina il dolore che abbia potuto colpire il lungo irpino) l’ha dimostrata con la chiusura della sala stampa affermando: «Parlo a titolo personale, ma soprattutto a nome della squadra, quando dico che siamo vicini al dolore e alla tragedia che ha colpito Ivanov. Ovviamente siamo dispiaciuti e vogliamo tutti, come squadra, stringerci intorno alla sua famiglia in questo momento di dolore».