Il capolavoro di Molin, Caserta è al settimo cielo



Coach Molin (Foto Giuseppe Melone)
Coach Molin (Foto Giuseppe Melone)

«Credo che si possa parlare di una bella vittoria. Una vittoria arrivata nel derby che qui a Caserta ha sempre il suo significato e che è stata conseguita rovesciando differenza canestro con una eventuale pensiero ai playoff, una piacevole partita di pallacanestro». Queste le prime parole di un soddisfatto Lele Molin, nel commentare la vittoria roboante nel derby della sua Juve. Una vittoria convincente, una vittoria entusiasmante, una vittoria emozionante per le tante aspettative dei tifosi, ma soprattutto che lascia ancora la porta spalancata ai bianconeri per la conquista dei playoff.

«L’altro segnale molto importante che questa partita ha dato non solo a me ma a tutti i tifosi – ha continuato lo stesso Molin – e gli addetti ai lavori è che la squadra ha dimostrato di aver capito che non siamo qui a perdere del tempo aspettando la fine ed il termine della stagione perché un primo obiettivo è stato conseguito, ma per migliorarci e se miglioriamo abbiamo dimostrato ancora una volta che le nostre possibilità di giocare la post season aumentano ed anche in maniera notevole.



Come si spiega l’unico momento di sbandamento nel terzo periodo?

«Il ritorno di Avellino era da aspettarselo. Non credo che tra noi ed Avellino ci sono venti punti cosi come era nei primi due quarti. Vitucci è stato bravo nel trovare quelli che sono stati gli uomini giusti per una reazione di Avellino nel momento che doveva arrivare, ovvero il terzo periodo se volevano provare a cambiare l’inerzia del primo tempo. Detto questo, da parte nostra siamo stati bravi a restare concentrati, a rimanere in partita senza troppo disunirci e riprendere da dove avevamo lasciato alla fine del primo tempo, quando era iniziato il quarto periodo e concluderlo con un nostro contro break».

In campo si è vista una Juve ordinata, razionale, cinica e che sapeva sempre quello che doveva fare. E’ stata questa la chiave della vittoria?

«L’ordine in campo della squadra, la gestione della nostra fase offensiva è stato uno dei fattori, anche importanti, per il nostro successo, i vari Brooks, Scott, Roberts e poi Vitali contro la zona, hanno segnato canestri importanti perché sapevano che quelli erano i loro tiri o meglio i tiri che volevamo prendere in campo. In poche parole, dunque, abbiamo avuto una circolazione di palla degna di questo nome; forse troppa grazia nelle percentuali, ma di sicuro erano tiri ben presi. Nonostante tutto, però, penso che quello fondamentale sia stata l’aggressività che siamo riusciti a mettere nella nostra metà campo. Avellino è una squadra di tiratori e quindi ha accusato questa nostra aggressività incidendo sulla loro capacità offensiva».

Tra le tante individualità, poi, anche quella di Tommasini, specie in difesa…

«Ha fatto il suo lavoro su ambo i lati. Nella seconda parte è stato in campo nel momento migliore di Avellino e quindi ha subito un po’ anche forse dal punto di vista psicologico pensando di dover essere lui a portarci sulle spalle. Però tutto sommato ha fatto una buonissima partita».

Il suo giudizio sulla partita di Moore?

«Credo che in partita si sia visto quello che si provava a spiegare in settimana. E’ un ragazzo sveglio, che ha capito subito quello di cui i compagni avevano bisogno ed ha subito preso un feeling particolare con i lunghi nel giocare il pick and roll. Sono molto contento anche se forse essendo la sua prima partita è stato un tantino timido in attacco e quindi spero che in futuro possa essere più intraprendente»

Ed ora guardando la classifica?

«I nostro percorso è segnato, dobbiamo vincere al Palamaggiò e farlo come un fortino e soprattutto in questo girone di ritorno ci manca di giocare una buona partita in trasferta o meglio giocare e vincere una buona partita in trasferta e questa sarebbe una ulteriore spinta per pensare con concretezza alla post season».

 


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