Barbagallo parla già da presidente della Juve



Carlo Barbagallo
Carlo Barbagallo

«Un passaggio di consegne che mi inorgoglisce non poco e non solo per l’attaccamento che ormai provo per questa società, squadra o come sono solito chiamarla io, famiglia, ma soprattutto per il grande attestato di stima che lo stesso Iavazzi ha avuto nei miei confronti». Questa la prima parte del commento dell’attuale unico socio e vice-presidente della Juvecaserta Carlo Barbagallo. Prima parte di un commento che porterà a breve lo stesso Barbagallo a passare dall’essere vice-presidente a presidente della compagine di Pezza delle Noci, cosi come è stato annunciato anche da Lello Iavazzi qualche giorno addietro.

Questo vuol dire che ormai non può più fare a meno della Juve?



«Da quando sono dentro a questo progetto Juvecaserta, la passione che già nutrivo in passato è aumentata a dismisura. Ovvio che il tutto è amplificata da quel sentimento comune con Iavazzi di sentire questa squadra, questa società ed azienda personale».

C’è magari un qualcosa, una linea, un segnale che vorrebbe dare dal momento in cui sarà presidente della Juve?

«Niente di più o di diverso da quella che è stata la linea affrontata e portata avanti da Iavazzi. Il mio avvento sarà solo formale e sulla carta, dal punto di vista pratico non cambierà nulla rispetto ad ora».

Quindi la sua presidenza non inizierà con un nuovo arrivato?

«No, il nuovo giocatore che ormai è da tempo che proviamo a prendere, arriverà ancora con Raffaele Iavazzi presidente».

Avete sempre parlato di azienda e gestione aziendale. Allo stato attuale la Juve è finalmente un’azienda sportiva?

«Si può dire che la prima parte del lavoro che ci eravamo prefissi in questo senso è andato a buon fine, ma siamo solo all’inizio. Ora tutti guardano a questa società in maniera e sotto una luce diversa, sia dal punto di vista sportivo, societario, che dal punto di vista di possibilità economiche».

Proprio le partnership economiche in estate erano uno tasto dolente, ora invece?

«I cambiamenti e la gestione che Iavazzi ed io abbiamo voluto dare a questa società, ci hanno aperto dei varchi molto interessanti non solo per il futuro, ma anche nell’immediato. Il nostro lavoro ha dato dei frutti che al momento sono rappresentati da contatti che ci fanno ben sperare (i rumors parlano di un possibile accordo con la Metano Sud di Marcianise ndr)».

Piccola raffica passando al campo: si aspettava qualcosa in più al giro di boa? Quale il suo più grande rammarico e la più grande gioia? E chi l’ha impressionato di più?

«Il nostro obiettivo era la salvezza e per raggiungerlo abbiamo costruito una squadra giovane e quindi sapevamo che potevamo incontrare qualche momento di difficoltà. Ma anche durante le cinque sconfitte non ho mai avuto la percezione che avessimo sbagliato qualcosa. Per quanto riguarda il rammarico, beh le partite con Milano e Roma in casa, la gioia ovviamente quella di Siena. Concludo dicendo che Scott dal punto di vista umano è una persona super, che Molin oltre ad essere un gran signore è un ottimo coach e sono contento che due giovani italiani come Tommasini e Vitali stiano raccogliendo i frutti dell’opportunità che gli abbiamo dato».

Si aspettava qualcosa di più dal pubblico?

«Ce lo aspettavamo e continuiamo ad aspettarci sempre di più, soprattutto per questa squadra che ha dimostrato di sapersi esaltare se spinta dai tifosi». 


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