Mordente avvisa la ‘sua’ Milano: «Giocheremo con la testa leggera»



Marco Mordente in azione (Foto Carozza)
Marco Mordente in azione (Foto Carozza)

La mente della Juve è già rivolta al match del Forum contro la corazzata Olimpia Milano. La squadra che, stavolta, non può veramente perdere lo scudetto (e come dice Marcelletti dovrebbe essergLi consegnato il tricolore per manifesta superiorità). Il pronostico è chiuso ma, non per questo, i bianconeri andranno a fare una scampagnata nel palazzetto del tricolore 1991. A suonare la carica ci pensa il capitano Marco Mordente che, intervenendo durante ‘Cestisticamente parlando’ su Rpr, ha presentato la gara di domenica e parlato anche del futuro bianconero. Domenica sarai uno degli ex di giornata; a Milano eri anche il capitano ed hai dato tantissimo alla canotta meneghina… «Per me sarà difficilissimo giocare a Milano, anche se due anni a Caserta mi hanno portato tranquillità – attacca il capitano dei bianconeri -. Sento che abbiamo raggiunto un giusto mix tra equilibrio e serenità; adesso dovremo giocarci una partita alla volta. Verranno cinque partite difficilissime in cui, all’andata, non abbiamo raccolto nulla; se riusciremo a viverle nella maniera guista, potremmo cogliere le occasioni che si presenteranno. Dobbiamo avere la testa leggera ed ognuno dovrà crescere e divertirsi: il gruppo ne risentirà positivamente». Il tuo rapporto con Lele Molin come va? «Lo conosco da quando avevo 15 anni (ai tempi di Treviso ndr) viviamo un rapporto in simbiosi, senza peli sulla lingua, ma sempre con critiche costruttive. E’ un rapporto vero in cui c’é stima reciproca. Ha accettato la sfida di Caserta, nonostante i suoi trascorsi e si è messo in discussione: non è facile, ma trasmette la giusta carica nervosa per aumentare i giri». Un impatto importante sul gruppo l’ha avuto anche Tony Easley con il quale, anche tu, sei entrato subito in sintonia… «Tony è il nr. 1. Sapevamo che era un ragazzo simpaticissimo; si è confermato anche qui visto che ha sempre il sorriso sulle labbra ed è riuscito ad entrare subito nel nostro gioco». Da capitano ti tocca anche seguire la crescita dei giovani italiani presenti nel roster… «Se fossi in loro di massacrare Mordente in allenamento – ammette col solito sorriso – Sono bravi, ricordo ottime prove di Vitali e Tommasini. Marzaioli è un esempio per tutti: gioca poco, ma si allena al 100% ed è sempre sorridente… e poi riesce a sopportare anche me e Michelori». Roberts soffre di saudade? «Si, forse la famosa saudade texana. Non è facile per ragazzi giovani vivere per 5/6 mesi lontano da casa a Caserta dove si vive di basket, come a Napoli di calcio».




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