«Dopo le partite che avevo fatto contro Cantù, contro Varese o la Virtus Bologna, ho avuto un periodo di flessione e la partita con Pistoia non è certo stato il momento più bello. Però sono sempre tornato in palestra lavorando duro e consapevole delle mie qualità e della mia voglia di far bene e sono contento di averlo dimostrato in una partita difficile come quella di Venezia». Ha commentato cosi l’uomo del momento in casa Juve, Claudio Tommasini. Uno dei pochi a salvare la faccia in laguna, ma soprattutto uno dei pochi ad avere un atteggiamento mentale e fisico in campo degno della partita che i bianconeri andavano ad affrontare. Un cambio repentino di faccia, di atteggiamento che lo stesso coach Molin si aspettava dall’ex Torino dopo averlo visto non benissimo specialmente in volto, durante la sfida contro Pistoia e dopo i primi due minuti in cui il metronomo bolognese non aveva certo brillato. Lui, però, come la Juve ha sempre la forza di rialzarsi dopo una prestazione o una partita andata storta, ha sempre avuto la forza di resettare, ripartire e convincere il proprio allenatore che quella fatta in estate è stata la scelta giusta in termini di fiducia affidata nelle mani di un giocatore che si affacciava alla massima serie per la prima volta. Di sicuro questa volta, quello che si aspetta coach Molin per la settimana successiva alla disfatta di Venezia, è che lo stesso Tommasini possa mettere da parte quanto accaduto, conservare le cose positive, ma che insieme alla squadra – nel bene e nel male – resetti la propria mente e prepararsi al meglio ad affrontare una squadra che cosi come nel girone di andata si presenterà al cospetto della Juve con una vittoria e due punti pesanti conquistati contro di Avellino.
Te l’aspettavi una partita cosi contro Venezia?
«Aspettarmela, sinceramente no. Augurarmela si. L’unico grande rammarico è che questa mia prestazione, però, sia arrivata in una sconfitta pesante dove non siamo riusciti ad esprimerci come, invece, abbiamo dimostrato di poter fare».
Coach Molin nella sua conferenza stampa, ha parlato di squadra moscia e floscia. Che cosa vuol dire da un punto di vista di un giocatore?
«Vuol dire che siamo scesi in campo con l’approccio mentale non certo all’altezza della situazione e della squadra che andavamo ad affrontare. Purtroppo quando giochi contro un’avversaria dal talento come Venezia non puoi assolutamente permetterti di iniziare male o pensare di lasciare loro sempre il pallino del gioco e poi provare a recuperare».
L’unica magra consolazione, può essere il doppio confronto o c’è altro secondo te?
«L’aver portato a casa almeno questo obiettivo rende tutto meno amaro. Sinceramente credo che nonostante tutto quello che si è visto, nel secondo tempo abbiamo comunque fatto un passo in avanti. Abbiamo provato a cambiare marcia e abbiamo recuperato una parte dello svantaggio che poi ci ha permesso di salvare il doppio confronto».
Però siete anche arrivati a meno di due possessi di distanza. Li cosa è successo?
«E’ successo che non siamo riusciti a ribaltarla come volevamo e che non siamo riusciti a mettere in campo quello che siamo davvero e una squadra come Venezia se non sei cinico e pronto non si fa recuperare cosi facilmente».
Sin dall’inizio della stagione i tanti giocatori al primo anno in questo campionato, avevano sempre portato a disegnare questa Juve come un po’ inesperta. Dopo il girone di andata vi sentite di esservi tolto da dosso un po’ questa inesperienza di inizio stagione?
«Di sicuro credo che di esperienza sia io che altri miei compagni di squadra in questo campionato ce ne sono ancora da fare. Detto questo è altrettanto vero che non siamo più certo la squadra dell’inizio di questa stagione. Abbiamo fatto dei passi in avanti ed altri ne faremo, soprattutto perché siamo un gruppo che lavora duro in settimana e che sa superare gli ostacoli, cosi come abbiamo dimostrato di saper fare in passato».
A proposito di ostacoli, in questa stagione la Juve ha dimostrato che dopo uno ‘schiaffo’ ha sempre saputo trovare il modo di reagire. E’ questo quello che ci vuole secondo te per una squadra giovane come la vostra?
«Quella che generalmente abbiamo dopo una brutta sconfitta è una semplice e pura reazione di orgoglio e che arriva dalla consapevolezza di non essersi espressi come sappiamo di poter fare. Per quanto riguarda lo schiaffo, credo che valga non solo per noi che siamo una squadra giovane, ma anche in generale. Batoste come queste ti aiutano a tornare nei ranghi precedenti e quindi a riprendere il cammino sulla retta via».
Ed ora su questa retta via c’è Pesaro. Cosa ti aspetti?
«Una vera e propria battaglia. Una sfida contro una squadra galvanizzata da una vittoria importante in casa e che ha modificato qualcosa nel suo roster, con Turner che ora può essere più pericoloso nello spot di guardia. Una squadra che in campo non è la dimostrazione della propria classifica. Ecco perchè dobbiamo tornare subito quelli che eravamo perchè quella con la Scavolini è una partita per noi fondamentale».