“ Dopo un giorno, un mese o un anno, se hai vinto o perso, se hai fatto bene o male viene il momento che devi andare via, ti manderanno via o sei costretto ad andare via”. Questo è quello che è sempre successo e accade nel mondo del calcio in qualsiasi categoria.
Purtroppo, nel mio caso, lasciare la Sessana è stata una forzatura volontaria per non venire meno a un principio che ha sempre caratterizzato la mia vita: la fedeltà e mai tradire chiunque o qualcosa. Soprattutto un amico.
Il mio caro amico Peppe Santoro, ora Team Manager dell’Inter mi dice sempre “dai come sempre tutto te stesso per portare la tua squadra verso grandi traguardi. Non diventarne come al solito tifoso ”.
Purtroppo, in questo senso non ho imparato molto. Forse non ho voluto perché sia nella vita privata sia in quella lavorativa sono un passionale. Do tutto me stesso per la causa, quindi divento tifoso, quasi un ultrà, per la società per cui lavoro e nel momento in cui devi andare via la delusione e lo sconforto diventano dolore.
Dispiace. Dispiace perché avrei voluto contribuire con tutte le mie forze alla vittoria del campionato e partecipare al ritorno della Sessana in un campionato importante nell’anno del centenario della sua storia. Soprattutto avere la gioia immensa di poter calcare il terreno di gioco del “Cappuccini” se un giorno tornerà agibile.
Se la Sessana vincerà il campionato, invitato o meno io parteciperò alla festa e nessuno lo potrà impedire perché ci sarà anche un mio microscopico contributo.
Non mi resta che salutare con grande affetto tutti le persone che ho conosciuto e gridare di cuore FORZA SESSANA. Arrivederci a tutti! Ciao.
MARIANO IMPROTA