Il ritorno al passato di Mario Di Maio: “Mi manca la pressione. Valuterò le offerte”

Negli ultimi anni della carriera i ricordi più belli con le maglie del San Marco Evangelista ed Ortese. Mario Di Maio ovunque si è fatto apprezzare per la sua duttilità e leadership all’interno dello spogliatoio. All’estate la decisione di lasciare il San Marco Evangelista neo promosso in promozione per la prima volta nel corso della sua storia per accettare la corte dell’Anacapri . Qualcosa non è andato per il verso giusto se è vero come da ammissione dello stesso calciatore ci sono stati problemi logistici e difficoltà per gli allenamenti sull’isola. La squadra in campionato sembra averne risentito. Mario Di Maio in diretta radiofonica sembra preannunciare il suo addio dall’attuale squadre prendendo in considerazione le offerte concrete che gli arriveranno. Questione di stimoli, pressione che ora manca come ammette lo stesso calciatore:”Con l’Anacapri siamo reduci da una sconfitta pesante. Non ci siamo mai allenati a causa del maltempo. Senza allenamento contro una buona squadra:abbiamo mantenuto un tempo poi non c’è stata gara. Con l’Ortese l’anno scorso ad inizio stagione  grande campionato. A dicembre in eccellenza stavamo nei play off, poi per motivi lavorativi ho accettato una scelta difficile .Ho un lavoro particolare :col calcio gli  impegni in eccellenza son tanti e non  riuscivo a mantenerli. Il San Marco non ha  giocato male ma penalizzati da episodi . Quando non vengono i risultati, gli  stimoli vengono a calare. Si fa da poco calcio  e cadi nel baratro. Difficile rialzarsi. Per quanto riguarda l’Anacapri piaceva il loro progetto. Società seria,presidente esemplare. I problemi sono nel fare allenamento a Capri. I giocatori capresi cominciano tardi la preparazione. Abbiamo un bel gruppo. Ognuno di noi ha le proprie esigenze. Non c’è pressione, andiamo a giocare tranquillamente. Manca questa pressione,c’è mentalità diversa. Ho avuto delle chiamate nel casertano e beneventano tra eccellenza e promozione. Valuterò le mie esigenze lavorative. Non c’è solo il calcio cui pensare”.