Juve, Mordente fotografa le difficoltà



Mordente in azione contro Cavaliero (Foto Giuseppe Melone)
Mordente in azione contro Cavaliero (Foto Giuseppe Melone)

Se non ci fosse stato lo spiacevole inconveniente dell’espulsione della partita contro Roma, si sarebbe parlato di altro giro, altra corsa ed altra partita da migliore in campo per il capitano bianconero, ed invece. Ed invece il numero di partite in cui Marco Mordente è stato l’anima, la voce, ma soprattutto la mano della Juve e di coach Molin, è fermo ad una e mezza. La parte incompleta, ovviamente, è riferita alla situazione fallo, tecnico e conseguente allontanamento dal campo da parte degli arbitri con l’indicatore dell’ira funesta dell’ex Milano salito alle stelle. Parte abbondantemente sviscerata nella settimana successiva, quella che ha portato al derby, parte abbondantemente scusata per le parole utilizzate da parte dello stesso Mordente e dal gesto che lo stesso ha voluto effettuare nel pagare di propria tasca la multa per tramutare la squalifica di una giornata in ammenda e poter essere in campo e al fianco dei compagni nel giorno forse più importante per i tifosi ed in piccola parte anche a livello personale, considerando che lo scorso anno a seguito di alcune voci riguardanti un comportamento scorretto proprio di Mordente nei confronti di dirigenti, presidente e squadra dell’Avellino nel tunnel del Palamaggiò e alla fine del derby di ritorno, hanno reso questa partita un evento dal sapore un po’ particolare. Ma anche una parte che non ha fatto altro che innalzare quella soglia di competitività che nel capitano della Juve è già di per se abbastanza elevata una volta che si ritrova ad allacciare le scarpe per scendere in campo. Senza contare lo scorso anno lui ad Avellino c’era, cosi come c’era Michelori. Lui ad Avellino è stata la mente del braccio armato Gentile, che proprio da Mordente ricevette la maggior parte di palloni quando era posseduto dal demone del basket e avrebbe segnato da ogni parte del campo (indimenticabile il gesto quasi di scusa proprio di Mordente nei confronti di Luigi Sergio che in un’azione nel finale di partita dello scorso anno era libero in un angolo e pronto a ricevere, ma fu completamente e volutamente ignorato dallo stesso Mordente che mise il pallone nelle mani ancora di Gentile ndr). Ed allora da buon comandante delle truppe non se lo sarebbe perso per niente al mondo e alla fine si è presentato puntuale all’appuntamento sia in campo come leader, sia come tutto fare in attacco e difesa, quando Caserta ha iniziato a vacillare sotto i colpi di Avellino. Senza dire niente e battere ciglia, si è preso tutte le responsabilità in attacco per portare i compagni e la Juve a quel stretto contatto come un anno prima. Responsabilità che però a volte ti portano a pagare qualche piccolo dazio, come per esempio gli errori dalla lunetta che probabilmente sono stati figli della tensione e della stanchezza. Dazi che lo stesso Mordente non ha avuto nessun problema ad accettare di fronti ai media campani riuniti nella sala stampa del Pala Del Mauro alla fine della sfida che ha riconsegnato la vittoria ai biancoverdi tra le mura amiche dopo la parentesi della scorsa stagione, dove la Juve aveva interrotto un lungo digiuno: «Purtroppo abbiamo commesso tutti degli errori, chi più chi meno, ma nessuno si può tirare fuori da questa cosa. Io per primo ne ho commessi, specialmente dalla lunetta dove ho sbagliato qualche libero di troppo. Purtroppo ai tiri liberi abbiamo anche aggiunto una percentuale dal campo davvero poco confortante ed i numeri che a volte dicono poco, questa volta dicono tutto in termini di errori dal campo».

Quindi una sconfitta meritata?



«E’ sempre difficile dover accettare una sconfitta quando scendi in campo in una partita normale, figurarsi accettare la sconfitta in una partita particolare come quella del derby. Però devo riconoscere che Avellino ha meritato la vittoria per un semplice motivo: essere stata più continua per tutti i 40 minuti di gioco, a differenza nostra che abbiamo fatto vedere anche delle ottime cose in campo, ma lo abbiamo fatto a sprazzi. Questo al momento è il punto in cui abbiamo bisogno di migliorare di più; abbiamo bisogno di allungare la nostra soglia di continuità durante l’arco della partita».

Cosa ti porti di positivo?

«L’aver vissuto questo momento. Questa squadra ha bisogno di giocare partite del genere per creare quel vissuto cestistico che poi in futuro ti aiuterà a risolvere situazioni simili. Come ha avuto modo di dire anche coach Molin, al momento ci prediamo lì’idea di aver fatto un passo in avanti, mostrato delle cose interessanti e messo in difficoltà una squadra come Avellino, ora non ci resta che continuare a lavorare».


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