Quarta sconfitta consecutiva, le avversarie che rinvengono dalle retrovie, un derby che si poteva vincere ed i primi, forti, mugugni della piazza. La Juvecaserta che esce dal Saturday Night di Avellino è una squadra alle prese col primo momento difficile della sua stagione. Sì, è un momento delicato ed è inutile nascondere la testa sotto la sabbia. Ancora una volta i bianconeri escono dal parquet con la sensazione che non era impossibile vincere. La Scandone non è ancora la squadra che tutti si aspettano, ha avuto pochissimo da Lakovic, Dean e Richardson (eccezion fatta per le bombe tagliagambe dei primi due nel finale), si è aggrappata alle palle cubiche di Valerio Spinelli, alla giornata di vena di Cavaliero, all’astuzia ed i muscoli di Ivanov e poco altro. I bianconeri sono stati traditi, quasi in toto, dagli americani (salvo solo Moore e ‘perdono’ Roberts che era visibilmente azzoppato), c’ha creduto fino alla fine presa per mano da un Mordente commovente. Ad un certo punto sembra di rivivere lo stesso film dello scorso anno: Juve nel fosso, Juve che recupera e quasi compie il miracolo. Sarebbe stato troppo, ha meritato Avellino. Sono piovute ancora critiche a coach Molin; ok, forse non è stato impeccabile nella gestione dei cambi, ma che colpa ha se i suoi tirano in quel modo osceno anche i liberi?
PERCENTUALI INGUARDABILI. Quanto prodotto ad Avellino non è una novità ma, purtroppo, una triste conferma delle ultime settimane. La Juve sta tirando con percentuali bassissime ed è nelle ultime posizioni in tutte le classifiche a riguardo. I tiri liberi, poi, sono una sciagura. Questo per dire che si può criticare quanto si vuole questo o quel giocatore, il coach, lo staff dirigenziale ma il gioco inventato da Naismith è abbastanza semplice: si tira una palla e si fa canestro. Caserta tira ma non segna, quasi sempre è una questione solamente mentale visto che, la maggior parte delle conclusioni, viene scoccata coi tempi e gli spazi giusti (oltre l’arco). E se non segni da fuori, non si apre il campo per le penetrazioni o il gioco interno. E se non apri il campo, non puoi andare ad alternare le soluzioni tattiche offensive. E se non segni, ahivoja a lamentarti.
HANNAH SI, HANNAH NO. Ormai sembra quasi un plebiscito contro il playmaker. In pochi, tra i tifosi, non si scagliano contro di lui anche se il club fa, giustamente, quadrato. Dopo la sospensione ha infilato due prestazioni non buone contro Roma ed Avellino; l’atteggiamento sembra sempre lo stesso, ottime giocate alternate ad errori evidenti. Resto convinto che sia un buonissimo giocatore e che alla Juve serva questa tipologia di playmaker… casomai un tantino più ordinato ma, comunque, in grado di correre. La sua visione di gioco non si discute e, quando vuole, serve palloni che consentirebbero anche al sottoscritto di andare a referto in Lega A. Per chi dice che la squadra non gira con lui in campo ricordo solo che ha 6 DICO 6 assist di media. Normale? Mica tanto. E poi, guarda caso, la peggiore partita della Juve c’è stata a Reggio Emilia e Step era a casa.
ORMAI E’ UN CAMPO OSTILE. Inutile fare i moralisti oppure i ‘volemose bene’ ad oltranza. Ormai Avellino vs Caserta è una partita sentita, attesa e vissuta con troppa carica su ambedue gli schieramenti. Parlo delle tifoserie. Ci stanno i cori, gli sfottò, le provocazioni verbali e via discorrendo, ma non ci stanno tanti, troppi, gesti visti sabato sera in terra irpina. Visto che sono solito, sempre, condannare i i miei concittadini che si macchiano di intemperanze (e per questo, in passato, sono stato aspramente criticato ‘a casa mia’) parto dalla coda: non esiste assolutamente lanciare due bottigliette d’acqua in campo (senza colpire nessuno, per fortuna) oppure oggetti verso la tribuna avellinese. Malissimo ragazzi e vediamo di smetterla grazie. Ora tocca agli irpini premettendo che ho legami d’amicizia con molti ragazzi della curva e con tantissimi colleghi. Ah i colleghi, complimenti ai due ben individuati che hanno scambiato la zona stampa per la curva degli OF: la Scandone ha sempre avuto un servizio stampa qualitativamente eccellente, tra i migliori in Italia, e so che ha capito già le mie parole su Facebook. In zona stampa si lavora, se si vuole tifare c’è il resto del palazzetto. Quello che, invece, è successo nel pregara si può tranquillamente derubricare come inqualificabile. Un gruppetto di una trentina di tifosi locali ha preso di mira SEI DICO SEI ragazzi casertani (tutti miei amici e gente decisamente tranquilla che va al palazzetto per divertirsi): uno è volato per le terre, altri sono stati accerchiati, ad uno è stata sottratta la sciarpa (che era in bella mostra nella prima fila della curva avellinese). I complimenti aumentano per coloro che, invece, si sono sentiti in dovere di dirne quattro, e forse anche altro, ad un signore casertano sulla cinquantina che aveva l’ardire di chiedere un biglietto al botteghino. Chiusura coi casertani ingabbiati nel settore ospiti fino alle 23 e con un padre che mi ha scritto su Facebook: “Ho portato mia figlia in trasferta ed assistere alla vergogna finale, con chiusura delle uscite, credo che possa mettere fine al basket come lo intendo io. Sentire dalla bocca di una bimba “io voglio andare a casa, perchè non posso andarci ” credimi è una sconfittta per uno come me che ama il basket in quanto spettacolo”. Ecco la vera sconfitta.
MULTE A CASACCIO. Ho sempre odiato il vittimismo che, ahimè, in questa terra è abbastanza diffuso. Non è bello urlare che ci sono ‘due pesi e due misure’. Ma… stavolta non si può sottacere. La Scandone non ha avuto neanche una deplorazione, almeno dai, per la tromba curvaiola, decisamente esagerata, che accompagnava gli attacchi dei bianconeri. Se quello non è uno strumento atto a disturbare il gioco (molto facile da confondere con la sirena generale) qual è uno valido? S’è visto di peggio, ovviamente, ma il rumore era facilmente udibile. Intanto il tassametro delle multe casertane aumenta e ci si potrebbe pagare un altro giocatore. Bene, ma non benissimo.
VERITA’. Quattro sconfitte consecutive fanno male ed hanno arrestato l’entusiasmo delle vittorie iniziali. Come al solito sono iniziati i processi e, questo, non fa bene a nessuno. La società è stata chiara, il presidente Iavazzi ha detto chiaramente che non si cambia e che c’è tempo per migliorare. Ottima mossa patron. Ora, però, sta alla squadra reagire veramente e muovere una classifica che si è accorciata. Non credo minimamente che Caserta corra il rischio di retrocedere ma quando inizi a perdere… poi è dura uscire dal fossato. Il calendario propone la sfida contro Brindisi al Palamaggiò: contro la squadra del momento che, con pieno merito, comanda il campionato. L’avversario peggiore da beccare? Forse sì, forse no. Parlerà il legno sperando che, domenica pomeriggio, il pubblico possa tornare a gioire ed il team a sorridere.