Non è più tempo di parlare, non è più tempo di pensare al passato e quindi inevitabilmente a cosa abbia fatto o non fatto Hannah per essere stato sospeso, multato ed estromesso dalla sfida di Reggio Emilia dove la Juve ha dimostrato di avere ancora determinati limiti da colmare cosi come lo si sapeva anche prima del provvedimento bianconero e quindi con o senza il metronomo a stelle e strisce. Ora l’imperativo è continuare a lavorare, l’imperativo è continuare a provare a migliorare i punti di deboli di una formazione che al momento di scrivere e di affrontare la terza partita casalinga, ha dimostrato di avere un lato oscuro e sul quale bisogna dirottare l’occhio di bue del palcoscenico del Palamaggiò e tentare di farlo rientrare all’interno della stessa fascia di luce di quando la truppa di coach Lele Molin corre in campo aperto. Ma soprattutto quest’ultimo punto di sicuro sarà stato il liet motive di una settimana di avvicinamento ad un appuntamento fondamentale come quello contro la Virtus Roma. Riprendere da dove si era lasciato, riprendere da quello con cui la Juve ha messo in difficoltà Venezia, con cui di prepotenza ha messo al tappeto Pesaro e per poco non riusciva nello stesso risultato finale contro la corazzata milanese dell’Armani: correre, correre ed ancora correre. Non è solo una questione di attacco, non è solo questione di facilità di soluzione quando Roberts, Moore, Brooks o chi per essi, possono riuscire a trovare ad alte velocità, ma anche una questione difensiva. L’altro lato della medaglia che contro Reggio Emilia ha funzionato non al cento per cento incappando in qualche piccolo ostacolo come per esempio la fiducia. La fiducia di tornare dall’altra parte metterci muscoli e bava alla bocca per ripetere lo show time, per ripetere una schiacciata o un contropiede dal quale può anche arrivare un tiro aperto e piedi per terra da mandare a bersaglio. Cosa quest’ultima che arrivata anche in Emilia, ma con quel pizzico di peso e paura in più che di solito arriva quando sei costretto a pensare e a non agire/reagire d’istinto cosi come, invece, aveva fatto Caserta fino a qualche settimana fa. Ed allora ancora una volta le parole di Molin, Atripaldi e degli stessi diretti interessati assumono una connotazione ancora più grande ed importante quando in passato e all’inizio dell’avventura tutti avevano sottolineato quello che questa Caserta riesce a fare nella propria metà campo, come lo spartiacque di tante partite in questo campionato. Tutto nasce dalla difesa: contropiede, transizione, fiducia, canestri, show time ed ancora una colta la difesa ancora più forte di prima. Insomma non si vuole lasciare nulla al caso in vista di una partita che rappresenta un confronto considerevole non solo dal punto di vista della classifica. Già perché se le vittorie sono la benzina giusta per continuare ad esaltare delle prestazioni, lo è ancora di più quando il conto del rapporto tra vittorie e sconfitte conta un passivo di due debacle consecutive. La buona notizia che dopo queste due settimane miste tra il grigio ed il nero, la Juve avrà una propulsione in più rappresentata dal tifo del Palamaggiò. Giocare in casa contro Roma potrebbe essere quel tocco di fiducia e protezione in più per poter riprendere tutto il discorso tecnico-tattico precedentemente effettuato. Senza contare che rispetto alle sfide contro Venezia, Pesaro e Reggio Emilia – non con Milano che i bianconeri avevano già affrontato in pre-stagione – Roma è uno spartito parzialmente conosciuto. Certo è che la Roma venuta al città di Caserta non è la Roma dell’inizio del campionato. All’appello mancavano Taylor, ma soprattutto il direttore d’orchestra Dalmonte impegnato con la nazionale. Tutti presenti gli altri pericoli acclarati come Goss, Hosley ed anche la mano quasi rovente di Baron che a tratti sembra quasi la fotocopia o la reincarnazione di Ryan Hoover per la facilità a colpire dalla lunga distanza. Se poi quanto fatto vedere dai bianconeri contro Milano e quindi la reazione dei giovani rampanti agli ordini di Molin, alle partite di cartello, allora si può già partire con un pensiero in meno (di sicuro quella con i capitolini non può essere paragonate alle sfide scudetto del passato, ma la rivalità con la Virtus Roma ha delle fondamenta molto simili a quella lombarda ndr). Ma tutte i dubbi, perplessità e certezze di sicuro verranno fugate nel pomeriggio di oggi dalla solita conferenza stampa di Molin che a differenza delle altre volte avrà luogo in una location insolita e cioè all’interno del ‘regno’ di coloro che hanno puntato senza mezzi termini e con passione sulla Juvecaserta e quindi sul progetto Iavazzi-Barbagallo. L’analisi pre-partita del timoniere mestrino, infatti, avverrà all’interno degli edifici della Pasta Reggia sotto gli occhi e l’ospitalità del pastificio Pallante che quindi di diritto appartiene al novero di persone importante per questa squadra, ma soprattutto dei tifosi. Il suo apporto estivo, infatti, è stato importante almeno quanto la decisione di Iavazzi di continuare imperterrito, dando una considerevole mano a quest’ultimo in un percorso irto e non privo di ostacoli. Ma lo si sa una mano lava l’altra ed entrambe lavano la faccia nella speranza che questo esempio di connubio dettato dal senso di appartenenza al territorio sia da esempio per altre realtà locali e che il numero di partner e di personalità di spicco come Pallante, possa essere sempre più numeroso.