Sconfitta nettamente sul legno reggiano, ma vincente fuori dal campo: il weekend bianconero ha regalato due facce della stessa medaglia. Se nella Bomboniera di via Guasco i ragazzi di Molin si sono arenati dopo un ottimo primo periodo sotto i colpi di White e compagni, lontano dalle lastre di legno è stato mandato un segnale: a Caserta si viene per giocare, per rispettare il club, i compagni, lo staff ed anche la gente che, facendo sacrifici, compra il biglietto. C’è finito ‘sotto’ Steph Hannah, il folletto capace di incendiare la platea con giocate sopraffine ma poco predisposto a seguire, senza sgarrare, le regole del gruppo. Niente di tremendo, sia chiaro, ma Molin non ammette, giustamente, eccezioni al suo modo di lavorare. E ci mancherebbe. Hannah è stato perdonato ieri, per fortuna e giustamente; adesso tornerà in campo contro Roma e scommetto quel che volete che sarà tra i migliori in campo. Se non addirittura il migliore. Io qualche spicciolo me lo gioco.
L’ESPERIENZA REGGIANA. Primo quarto di grande qualità e poi il buio: in attacco, meglio specificare. La partita della Juve a Reggio Emilia è durata un quarto e mezzo, per poi essere una montagna troppo alta da scalare. La Reggiana sa trovare energie incredibili quando gioca in casa (per maggiori info parlare con la Mens Sana, spazzata via alla seconda giornata), ha un nucleo collaudato dallo scorso anno ed ha quel pizzico di sana cazzimma sportiva che manca a Scott e soci. Tutto giusto, tutto vero e ci stava lasciarci le penne (a maggior ragione senza il play titolare e con Roberts inchiodato a quota 0 nello score), fa un po’ notizia la mancanza di veemenza nella reazione. La Juve è sembrata, per alcuni tratti, aspettare il suono della sirena per fare ritorno a casa: c’ha provato un po’, ha dato qualche sprazzo di basket ma senza continuità. Ci stava e, come ha detto Michele Vitali nel post gara, questo stop serva da lezione.
IL GIORNO NO DI ROBERTS. E’ sceso in campo stringendo i denti; era infortunato ma non poteva estraniarsi dalla lotta vista l’assenza di Hannah. L’ha spiegato bene coach Molin in conferenza ed ha fatto chiarezza su una prestazione incolore della guardia texana: vero che in difesa si è dato da fare, ma lo 0 in attacco ha suonato. Anzi è stata una deflagrazione vista l’importanza dei suoi punti all’interno dell’organico. Una serata no ci sta, adesso deve recuperare bene e tornerà a volare.
WELCOME BACK STEPH. Rapido, veloce, indolore: ho applaudito la scelta del club e di Molin di lasciare Hannah a Caserta nel weekend, sono altrettanto d’accordo nel reintegro nel gruppo. Sto imparando a conoscere Lele Molin: apprezzo tantissimo la chiarezza con cui parla, è di poche ma sentite parole, e se è arrivato a prendere questa decisione… allora non può che avere il mio umile appoggio. Se ha deciso di rischiare di perdere a Reggio pur di dare una ‘lezione’ (parola grossa, ma solo questa mi viene in mente) a Steph ed al gruppo… bene ha fatto. Altrettanto onesto e sincero sul concedere una seconda chance all’ex Warriors dopo un colloquio privato che lo stesso coach veneziano ha definito “importante e convincente”. Appello al pubblico del Palamaggiò: il ragazzo ha chiesto pubblicamente scusa (e per un americano è già tanto), la squadra lo ha riabbracciato, il club l’ha perdonato. Non c’è bisogno di fischi, seppur isolati: Hannah è troppo importante e l’abbiamo visto tutti.
VERITA’. E’ tornato il sereno, il logico nervosismo del weekend ha fatto spazio al ritorno dei sorrisi. Bastava essere presenti alla conferenza stampa di ieri: si è tornato a sorridere e questa è stata la chiave dei successi iniziali e dell’ottima prova contro Milano. E’ quello che è mancato nella disfatta della Bomboniera di via Guasco: il sorriso, non c’era il sorriso sul volto dei giocatori bianconeri. E la parola ‘sorridere’ è stata utilizzata anche dall’indomito capitan Mordente nel post partita: bisogna ritornare a sorridere. Il reintegro di Hannah è stata una ventata di gioia, forse meglio dire tranquillità, a tutto l’ambiente che ha superato il primo ‘esame’ della stagione. E’ stato giusto sospenderlo, è stato giusto rimetterlo nel gruppo. Ora parlino i fatti, parli la Juve, quella Juve così bella nelle prime tre giornate; la stessa Juve che, onestamente, ha tutte le carte in regola per battere Roma. Ed a Caserta, si sa, tutti ne sarebbero felici. Particolarmente felici.