E’ stata una giornata diversa da quelle che hanno caratterizzato le prime uscite in allenamento della nuova Juve. Una giornata in cui lo staff tecnico con l’ausilio di Mimmo Papa che sta guidando in prima linea il lavoro di questo periodo dell’anno la selezione bianconera, ha deciso di scendere in campo a metà. Nessuna controindicazione e nessuna mancanza da parte dei protagonisti, ma solo la decisione di lasciare un pomeriggio libero alla truppa guidata da capitan Mordente per poi riprendere quest’oggi con la solita e normale doppia seduta di allenamenti. Un pomeriggio libero in attesa che si possa tornare a spingere sull’acceleratore sia dal punto di vista fisico per incamerare quella quantità di energia necessaria per l’inizio della stagione e per quell’esordio al quale ci si avvicina passo dopo passo, ma anche quella quantità di nozioni tattiche necessarie a scendere in campo secondo il credo cestistico e secondo le idee ben fissate nella mente del timoniere mestrino. Nozioni tattiche che nei giorni scorsi hanno iniziato a prendere forma in maniera molto basilare e che strada facendo proveranno ad essere incrementate anche e soprattutto per un motivo al quanto imminente: la prima uscita di campionato. L’amichevole con Veroli di questo sabato, infatti, rappresenta il primo punto fondamentale per capire determinati punti di vista. Di solito il primo scrimmage serve a capire, a scrutare, a valutare il reale modo di stare in campo di una squadra in un cinque contro cinque dove dall’altra parte del campo non ci sono compagni di squadra che in genere hanno sempre un occhio di riguardo per evitare infortuni specialmente in questo periodo dell’anno, ma anche per capire se questo o quell’aggiustamento tattico, se questo gioco o l’altro si addice di più a questo o quell’altro giocatore. Insomma più una sorta di valutazione generale, più una sorta di osservazione dal vivo di quanto si è visto durante i mesi di mercato attraverso i dvd e scoprire personalmente le doti tecniche di ognuno dei giocatori. Ovviamente l’unico che non sarà, al momento, costantemente sotto osservazione tecnica dello staff guidato da Molin è Jeff Brooks. Nessuna questione di privilegi o di essere preferito agli altri, ma rispetto ai suoi nuovi compagni è già schedato. La sua stagione trascorsa proprio a Cantù quando il neo allenatore della Juve era presente ad ogni singolo allenamento, gli da quel grado di conoscenza da parte degli addetti ai lavori che invece gli altri non hanno. Ed allora da questo pomeriggio ci saranno tre giorni per provare ad inculcare quanto meno delle nozioni base di giochi e schemi difensivi o quanto meno delle idee difensive, considerando che il lavoro nella propria metà campo è quello più lungo e duro da mettere assieme e che in genere arriva in un secondo momento. Il primo passo, dunque, è creare le basi per andare dall’altra parte e realizzare lo scopo del gioco: fare canestro. Tre giorni in cui riuscire a capire se quanto idealizzato in baso a scout report, in basi a riprese video, messe assieme solo nella mente, possa tramutarsi in realtà. Capire, quindi, in che modo costruire i vari quintetti, quali le varie alternative mescolando le carte sia nella front line che nel back court. Capire in che modo abbassare i centimetri ed aumentare la velocità con un’idea di reparto formato da Mordente Hannah e Roberts nello spot di ala piccola o alzarlo quando le seconde linee dovranno fare la differenza con Tommasini e Vitali ad alzare tale livello (due giocatori al di sopra della media per ricoprire il ruolo di playmaker e di guardia ndr) di centimetri con Scott a fare da collegamento tra loro e il duo Brooks e Moore. Ma più semplicemente provare a capire come mescolare i due elementi più importanti che Molin si ritrova a disposizione: la spensieratezza e l’incoscienza dell’età media della maggior parte della sua Juve e l’esperienza di Andrea Michelori e Marco Mordente. Capire in che modo i due senatori possano essere il metronomo vero e proprio dei ritmi della partita. In che modo ed in che fasi della partita il loro conoscere il campionato, unito all’atletismo e alla sregolatezza possa far fare quel passo in avanti a tutta la squadra. Insomma un processo che di sicuro non si compirà in tre giorni, questo sia chiaro, un processo che di sicuro non darà tutte le risposte questo sabato contro Veroli e forse nemmeno dopo pochissimo contro Napoli. Quello che importa, però, è che il database dello staff tecnico di Pezza delle Noci possa iniziare ad incamerare dati tecnici precisi e particolari, possa iniziare ad incamerare video e riprese di partite dei proprio giocatori per poi essere valutati non in base alle loro caratteristiche individuali, ma in base alle richieste di pallacanestro che lo stesso Molin effettuerà per queste due prime uscite e che rappresenteranno una sorta di credo per la stagione. Immagini, riprese e giocate che verranno esaminate e passate al vaglio per capire da subito quale dei tantissimi sentieri prima dell’esordio con Venezia in campionato, questa Juve deve iniziare ad imboccare per incamminarsi su quello giusto per la nuova stagione.