Juve, il punto sul mercato



Andrea Michelori in azione (Foto Carozza)
Andrea Michelori in azione (Foto Carozza)

Caserta. Tutto scorre, tutto si muove e tutto potrebbe avere ulteriori conferme all’interno di un fine settimana rovente e non solo per le alte temperature climatiche. Un fine settimana in cui dovrebbero delinearsi definitivamente le strade di alcune questioni di altissima importanza a Pezza delle Noci. Prima fra tutte quella del nuovo caso di possibile abbandono della maglia bianconera per provare a trovare fortuna altrove. Dopo le decisioni di uscire dai propri contratti di fronte ad opportunità o contratti di un valore superiore, cosi come è capitato nella fattispecie a Gentile che ha deciso di sfruttare l’opportunità offertagli ormai un mese fa da Cantù e di prendere parte ad un progetto di prima fascia e giocarsi anche le proprie carte a livello europeo, oppure nel caso di Maresca che nei gironi scorsi ha optato per la stessa idea di base, anche se con destinazioni ed ambizioni diverse. Quelle del capitano bianconero della scorsa stagione, lo hanno portato in quel di Barcellona Pozzo di Gotto al servizio di una società che ha da anni velleità bellicose di salire nel massimo campionato tricolore, ma ogni volta miseramente fallite nonostante i tanti nomi altisonanti portati nell’isola a servizio dei vari allenatori che si sono susseguiti nel tempo. Ovviamente nomi altisonanti che riguardavano il lato del mercato dedicato ai foreigns players, dedicato agli americani che potessero fare la differenza. Il cambio delle regole di questa estate, però, ha dettato necessariamente un cambio di rotta inevitabile specialmente in merito alle scelte da fare per giocatori su cui puntare per fare la differenza ed avanzare di categoria. Tutto italiano, insomma il nuovo piano di Perdichizzi che ha posato nelle mani di Fantoni e Maresca il ruolo di giocatori nostrani di categoria superiore e tali da regalare al pubblico e alla squadra quell’apporto da giocatori di altra categoria ai quali poi si è unito un altro ex Juve come Andre Collins. All’appello degli addii per motivi esterni e di mercato, manca ovviamente, Stevan Jelovac che dopo la stagione di altissimo livello messa assieme nella passata stagione non ha saputo dire di no alle sirene estere e nella fattispecie spagnole che in quel tiro da tre punti ed in quella peculiarità del serbo, vorrebbero trovare il giusto apporto per un campionato di alto livello come quello iberico. Eppure per l’ex Antalya c’è anche stato un momento in cui la Juve sembrava essere tornata in corsa ed in grado di poter competere con le altre contendenti, prima di deporre definitivamente le armi cosi come è capitato con gli altri precedentemente indicati. Un percorso che la Juve, Caserta e tutto l’entourage del presidente Iavazzi e capitanato da Atripaldi, pensava di non dover più rivivere e pensare solo ed esclusivamente a come rimpiazzare e trovare volti nuovi per la prossima avventura. Ed invece a Pezza delle Noci il tutto sembra essere tornato di attualità. A cambiare è il nome in questione e cioè quello di Andrea Michelori. Il lungo milanese sembrava, infatti, l’unico a non essere al centro di rumors e di richieste o almeno tale fino al momento in cui si è toccata la questione del rinnovo. Ovviamente questione del rinnovo che è stata vista dal di fuori come uno spiraglio nel quale infilarsi per rovinare la festa bianconera per colui che doveva essere in lizza con Marco Mordente per la nuova fascia di capitano. Una situazione che la Vanoli Cremona non si è fatta scappare dalle mani o una possibilità che Gresta non si è fatto ripetere due volte. Riuscire ad avere in squadra un giocatore come Michelori in una franchigia che lotta per la salvezza e nient’altro, ma soprattutto uscendo dalla panchina assicurando, cosi come a Caserta, quel cambio di ritmo, energia e voglia sotto le plance, sarebbe oro colato. Dai corridoi di basket mercato si mormora addirittura di un contratto biennale già pronto e da sottoporre al diretto interessato con cifre che potrebbero essere anche superiori anche a quelle casertane, seppur spalmate in più anni. Senza contare che la stessa Vanoli potrebbe giocare sul lato geografico ed offrire allo stesso Michelori la possibilità di tornare ad essere quanto più vicino alla terra natia  e quindi fare un passo importante verso casa dopo anni di girovagare. Una situazione che il presidente Iavazzi sta seguendo direttamente anche se da lontano dando al general manager Atripaldi tutte quelle news a distanza, ma importanti, per poter trattare con il procuratore dello stesso giocatore e provare ad evitare un’altra uscita di valore senza prima aver avuto la possibilità di pensare ad una alternativa valida. Un grattacapo in più per l’ex Biella che da lunedì dovrà muovere le pedine nella maniera più veloce possibile, soprattutto in relazione ad una lista di cose da fare che continua ad aumentare di giorno in giorno. Ordine del giorno, infatti, che comprende oltre alla questione Michelori, anche la possibilità di portare all’ombra della reggia un nuovo esterno italiano che possa prendere il posto di Giuliano Maresca. Il nome è stato già individuato ed è quello di Michele Vitale, argento europeo con Sacripanti a Bilbao e negli ultimi anni nelle serie minori e cresciuto cestisticamente alla Virtus Bologna. Per l’ex Ozzano c’è da battere la concorrenza di Montegranaro, ma specialmente quella di Pesaro e Dell’Agnello che pare abbia messo gli occhi proprio sul fratello dell’esterno lo scorso anno alla Vanoli Cremona ed ora a Venezia, Luca. Senza contare che il pensiero di Atripaldi è anche orientato verso la scelta del nuovo lungo americano da portare in bianconero. Anche qui un nome c’è e come ed è quello di Jajuan Johnson. Altro nome venuto fuori dall’ultima Summer League. Un americano con passato Nba, ma che negli ultimi tempi è stato un assiduo frequentatore della D-League. Una scommessa ed un nome nuovo per il campionato italiano cosi come per Roberts, ma la Juve ha bisogno almeno per questa stagione anche di trovare facce e prospetti nuovi per provare a tirare la corda anche dal punto di vista economico, mettendo sul piatto della bilancia una vetrina che è fruttata sempre contratti di valore l’anno successivo, basta andare indietro nel tempo di un paio di stagioni e pensare allo sconosciuto Andre Smith, ai suoi numeri e al contratto faraonico in Russia con Samara.




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