Venerdì scorso al teatro Garibaldi è andato in scena il saggio di fine anno del progetto ‘Crescere Danzando’ che l’insegnante Francesca Di Rosa ha realizzato con gli alunni dell’istituto Comprensivo 2 e le quinte classi del plesso di San Tammaro. Lo spettacolo è stato improntato sui canti della Divina Commedia di Dante Alighieri traendo ispirazione alle recenti interpretazioni portate sul video dal celebre Roberto Benigni. Una serata che ha lasciato la platea a bocca aperta dal momento che quasi nessuno osava immaginare cosa avessero saputo esprimere i protagonisti. Combinazioni di colori, immagini e musiche che hanno sbalordito i numerosi spettatori che occupavano le poltrone del teatro sammaritano. Francesca Di Rosa è riuscita a creare dei momenti davvero suggestivi e pieni di magia insieme ai suoi allievi che a dispetto della giovane età hanno saputo realizzare come dei veri professionisti le coreografie che il copione richiedeva. Più che un insegnante una vera e propria artista, che è riuscita a comunicare oltre che alle sue alunne, a tutti gli spettatori, che la danza è una vera e propria arte. Due ore di assoluto silenzo inframezzato dagli immancabili applausi quando la scena lo richiedeva per Francesca che in due occasioni si è esibita in un assolo pieno di passione ed eleganza. Oltretutto guardare delle bambine delle elementari rapite e consapevoli di ciò che stavano interpretando ci fa capire che l’arte è il mezzo migliore per interpretare e apprendere la vita, la cultura e tanto altro.
«Non mi aspettavo tutti questi commenti positivi – dichiara emozionata l’insegnante Francesca Di Rosa – questi giochi di luci, colori, immagini e musiche è una mia prerogativa, mi viene spontaneo farlo, sapevo di portare una novità, ma non mi aspettavo che tutti la cogliessero così positivamente visto che a volte le cose nuove non sono capite del tutto e invece ho visto appassionarsi tutti, alunni, colleghi spettatori, è stato davvero bello e gratificante, una vera e propria soddisfazione»
Abbiamo saputo da voci di corridoio che intendi aprire una scuola di danza tutta tua proprio a Santa Maria Capua Vetere.
«Spero di si, penso che sia importante farlo, una cosa è provare in una palestra ed un’altra in una vera e propria scuola di danza, con specchi ed attrezature specifiche. Spero di realizzare questo mio progetto al più presto e portare le mie alunne li con me».
Quanta passione ma soprattutto quanta arte metti in quello che fai.
«Non so dirlo, mi viene tutto così spontaneo, ma comunque tanta, amo quello che faccio, sono sempre piena di idee e alla ricerca di nuove cose. Oggi faccio una cosa domani penso già a ciò che farò la prossima volta. Nelle mie coreografia porto sempre qualcosa di nuovo, di diverso, mi piace giocare molto col culturale, come la scelta della Divina Commedia e cerco di far trasparire sempre un significato molto velato delle cose»
Ti sei ispirata alla voce di Benigni, come mai questa scelta?
«è un personaggio che mi piace molto per il suo modo di raccontare le cose, riesce a rendere qualcosa di complicato più semplice arrivando alla gente in modo diretto».
Come sei riuscita a trasmettere ai bambini la passione e come sei riuscita a far capire loro cosa stavano interpretando.
«Il pomeriggio prima di iniziare le prove leggevo loro dei passi della divina commedia, provavo a spiegargleli e loro hanno reagito molto bene, erano curiose dell’argomento e non nego che qualcuna di loro ha fatto affermazioni o domande che mi hanno messa un po in imbarazzo per quanto riguardava l’inferno ma che mi hanno fatto capire che oltre ad ascoltarmi capivano l’argomento. Con loro sono stata un insegnante severa e di questo a volte mi sono scusata, ma anche dolce nei momenti giusti. con loro parlo, le ascolto, provo a dare consigli e ognuna di loro mi ha lasciato dentro tanto, spero di aver lasciato anche a loro un bellissimo ricordo di me. Ho avuto un rapporto da insegnante ma anche da amica e questo è stato molto importante per me e per loro».
Da quanti anni pratichi la danza e come hai iniziato.
«Ho iniziato a cinque anni con la ginnastica artistica, poi sono passata alla danza moderna e dopo due anni sono tornata alle basi con la danza classica. Ho capito che il classico non si deve abbandonare mai perchè è alla base di tutto e migliora il mio moderno e il contemporaneo. Infatti nella scuola che aprirò comincerò dal classico per poi portare le mie allieve al moderno dove posso giocare meglio con le coreografie».
Il tuo concetto resta sempre lo stesso ‘la danza non è uno sport ma un arte’.
«Assolutamente si, è quello che penso e che cerco di trasmettere a tutti, anche per questo nelle mie coreografie scelgo sempre temi culturali, per far arrivare le persone in modo più profondo e semplice a ciò che quell’operavuole dire e significare».
Durante il saggio ti sei esibita in due assoli.
«Le bambine ne erano entusiaste, mi chiedevano continuamente di fagli vedere qualcosa e così quando nelle prove generali mi hanno vista esibirmi sono state contentissime ed io mi sono sentita ancora più parte di loro. Il primo assolo che ho interpretato è quello con cui l’anno scorso ho vinto il concorso ‘Danza del Mediterraneo’, lo stesso concorso che quest’anno ho vinto col gruppo di danza contemporanea diretto dalla mia insegnante di danza Serena Accardo a cui sono molto devota ed affezionata».