Giusto il tempo di portarsi a casa Supercoppa, Coppa Italia e Campionato, oltre un accesso alle Final Four di Eurolega, ed ecco che, dopo l’avventura senese, Andrea Michelori ha fatto nuovamente tappa all’ombra della Reggia, dove era già stato protagonista della migliore annata della recente storia cestistica bianconera, quella culminata nella semifinale persa contro Milano in gara 5, dopo una stagione regolare a dir poco esaltante. L’ormai ex coach casertano Pino Sacripanti, nel creare un gruppo solido, disposto al sacrificio per ottenere l’obiettivo minimo della salvezza, non ha potuto fare a meno del buone “Miche”, sempre pronto a sacrificarsi per la causa, giocando un fondamentale ruolo da gregario, alle spalle di lunghi magari più esplosivi e spettacolari, ma spesso molto meno generosi di lui. Di Michelori tutti hanno sempre apprezzato, e continuano tuttora a farlo, la determinazione che sa mettere su ogni pallone, la grinta del giocatore che sa di dover colmare i propri gap tecnici con la determinazione e la voglia. L’anno appena trascorso non è stato facile per Michelori; in uscita da una formazione come il Montepaschi, dove il minutaggio a disposizione non è stato certo dei più elevati, ha dovuto calarsi in un’altra realtà, quella di una Caserta costretta a fare le nozze con i fichi secchi, spremendo fino il fondo il succo di un’arancia già di per sé non troppo succosa. Il suo ultimo campionato in bianconero è sintetizzato in questi numeri: 18. 7 minuti di utilizzo medio, 5.9 punti realizzati a serata , 2.8 falli commessi e 3.4 subiti, 4.5 rimbalzi catturati ad ogni match, 1.4 recuperi e 1.7 palloni persi ad incontro. Le percentuali al tiro, si sa, non sono il suo forte: da due ha chiuso con il 54.6%, da tre ha effettuato solo tre tentativi nell’intera annata senza sortire risultati soddisfacenti, ai liberi ha fatto registrare complessivamente un rivedibile 64.4%. Tuttavia, quando acquisti un giocatore come Michelori, sai bene cosa chiedergli e cosa no: può darti energia , spirito di squadra, abnegazione e tanta grinta, ma la tecnica sopraffina… quella è affare di altri. La migliore prestazione in termini non solo numerici nell’ultimo torneo nazionale Andrea Michelori l’ha offerta il 7 aprile scorso contro l’Enel Brindisi, realizzando 18 punti, catturando 13 rimbalzi e chiudendo con una valutazione di Lega pari a 32 punti, per non parlare del 24 nel plus/minus. Per la cronaca, quella partita è stata vinta dalla Juve per 78-63, grazie soprattutto alla verve del centro casertano che ha saputo offrire nel finale di stagione una prestazione di altissimo livello, congedandosi da un campionato non sempre esaltante, ma comunque di sostanza.
Pio Carfora