p style=”text-align: justify;”>Se c’è una cosa che il basket ci insegna è che le partite non si vincono mai se ha un uomo solo al comando. Il Gymnasium Caserta, se rimane ancora al prima posto, lo deve a una sapiente scelta a livello di gioco. Come Pirandello, coach Natale ha “dieci personaggi in cerca d’autore” che soltanto in presenza di un copione comune potranno andare in scena e ottenere il successo del pubblico. Non c’è sempre la perfezione stilistica, perché a volte l’attacco si inceppa, a volte la difesa è troppo fallosa, ma il risultato finora è stato cinico e concreto: tre vittorie in altrettanti match. Balza all’occhio prima di tutto la grande scelta nella distribuzione delle conclusioni tra dentro e fuori l’arco. Non c’è improvvisazione, frenesia, ma i tiri vengono cercati e trovati con fraseggio stretto, o magari con qualche veloce penetra e scarica. Dobbiamo dire che in questo lavoro incide molto il ritmo dato dai due playmaker: Roberta Margio, specie nelle fasi iniziali, dà velocità, aggressività e cattiveria. Quando la Del Gaudio la sostituisce in fase di palleggio, arriva maggiore ragionamento e un gioco più costruito e impreziosito da assist ficcanti e canestri pesanti. Se si guarda ai punti, Claudia Margio, con i suoi circa 16 punti di media, è la top scorer delle nostre, ma ciò dovuto solo al fatto che abbia realizzato con più alte percentuali i tiro dal campo. Non forza, non è un go to guy tipo Anna Guida di Battipaglia che arriva anche a 20 tiri a partita. Quando serve, nei momenti topici della gara, si fa trovare pronta e piazza di solito quei due-tre canestri della staffa, che hanno garantito le tre vittorie. Dalla panchina Bargigli e Natale sono due giocatrici diverse e complementari al settore esterni: l’ex Kalati funziona da cervello, e nonostante qualche palla persa di troppo, regala assist e dà respiro quando serve nel fermare il ritmo e consolidare i vantaggi. Sabrina Natale, invece, porta dinamismo che tante imbucate e costruzioni nel pitturato, con la sua aggressività in difesa e con qualche buon recupero che ha lanciato molto spesso contropiedi in campo aperto. Guastaferro aspetta i suoi momenti, partendo dalla panca, ma quando è stata chiamata in causa, non ha mancato di apportare il suo contributo, e se in una gara dovesse trovare la mano, specie dall’arco, di sicuro per quella gara rimarrebbe in campo a lungo. Guardando al settore lunghe, beh qui abbiamo un grande lavoro di Giancarlo Natale, nel costruire un reparto solido, dinamico e con elementi che si intercambiano facilmente tra loro. Minadeo è una giocatrice di classe, di fino, che usa il fioretto al posto della spada, che ha mano da guardia e che se trova una giusta dimensione diventa devastante, e Battipaglia ne sa qualcosa. Nuzzo è solida, cinica, e fa un grande lavoro. Prende i suoi rimbalzi di potenza e sicurezza, e se chiamata a tirare in attacco, non si esime. Di Cresce è il jolly dalla panca. La chiami in un momento in cui hai bisogno di punti e lei piazza la tripla, oppure contro Palermo quando ti serve qualcuno che difenda per l’assenza di Minadeo, e lei chiude ogni varco possibile. Si garantisce sempre l’applauso di compagne e tifosi e potrà acquisire ancor maggior minuti, se le sue prestazioni dovessero continuare così. Last but not least, anzi, Maria Alfonsa Antonetti è l’arma di taglio, che dà solidità al reparto nonostante sia una 94’. Porta anche palla se necessario, ha movimenti da lungo vicino a canestro, mano e testa da guardia quando serve per punire le difese. Colpisce sempre e inesorabilmente, e dà un contributo non indifferente. Se però lo spettacolo ha luogo, e se gli attori vogliono continuare a incantare la platea, è necessario che il regista continui a dirigere e cercare sempre la perfezione da ognuna delle sue. Giancarlo Natale ha puntato non tanto sulla complessità di gioco, quanto invece sul creare un gruppo in cui ognuna fosse importante. Non c’è la protagonista e l’addetta al sipario: si entra tutti sul palcoscenico e se ne esce tutti in contemporanea, con la serenità del risultato, e la consapevolezza che un futuro più roseo c’è davanti. Inizia per le apette il periodo delle trasferte dure. Da qui fino alla fine del girone di andata, saranno poche le gare al medaglie, con Potenza sabato, due viaggi consecutivi in Sicilia, il derby di Maddaloni e Reggio Calabria, più la prima di ritorno in quel Battipaglia subito dopo. Massimizzare la tournè, questo l’obiettivo. Giocarsela su ogni campo con la consapevolezza di essere una squadra che, se continua così, è alla pari con chiunque. L’avevamo visto l’anno scorso, quando abbiamo gettato le basi con quella bella post season. Ora iniziamo a raccogliere i frutti e prenderci i risultati del nostro duro lavoro, sempre con umiltà, in silenzio, e continuando a migliorare sempre di più. Ad Maiora Gym!</p