Caserta sogna i playoff, bivio cruciale con Pesaro



Marco Mordente in palleggio (Foto Giuseppe Melone)
Marco Mordente in palleggio (Foto Giuseppe Melone)

Per un obiettivo più prestigioso ed importante della ‘semplice’ salvezza. Per infilare la terza vittoria consecutiva e dare seguito alle splendide affermazioni contro Bologna e Siena. Per lanciare il guanto di sfida a tutte le pretendenti ad un posto playoff. La tavola è imbandita ed apparecchiata per questa ‘Domenica delle Palme’ da cuori forti: c’è la classica Caserta contro Pesaro e questo, di per sè, già vale il prezzo del biglietto. Se poi si aggiungono i motivi sopracitati, beh ci sarà da divertirsi. E coach Pino Sacripanti ha voglia di correre, di sognare, di centrare un traguardo insperato non più tardi di qualche meso fa. Pesaro, che ha Rok Stipcevic a mezzo servizio e con una caviglia malconcia, deve vincere per allontanare i fantasmi della retrocessione.
Si comincia facendo un passo indietro alla vittoria contro Siena che, di fatto, ha archiviato il discorso salvezza…
«Anzitutto voglio rifare i complimenti ai miei ragazzi per la partita contro la Montepaschi – ammette il coach canturino giunto alla sua quarta stagione all’ombra della Reggia -. Abbiamo avuto dedizione nell’eseguire il piano partita ma è stato il cuore a farci fare il colpaccio. La vittoria con Siena è stata la ciliegina sulla torta della stagione, batterli ha sempre un sapore particolare ed è inutile negarlo».
Salvezza in ghiaccio: si aspettava di centrare l’obiettivo così in anticipo soprattutto ripensando a tutte le vicissitudini che avete dovuto affrontare?
«Avevo paura all’inizio, logicamente, ma credevo nei giocatori e nella loro forza. Quando hai un gruppo totalmente nuovo c’è bisogno di tempo per amalgamarsi ma il lavoro ha pagato ancora una volta. Il merito va sicuramente ai giocatori ma vorrei estenderlo a tutto lo staff tecnico e medico che lavora con me. Se abbiamo raggiunto la salvezza in anticipo, dunque, il merito è di tutti. Ormai la salvezza è fatta, adesso possiamo guardarci un pò intorno per vedere se possiamo fare qualcosa in più. Non che la squadra abbia bisogno di ulteriori stimoli, ma dobbiamo mantenere intatta la nostra identità: pensiamo una partita alla volta e se possiamo giocarci i playoff ben venga. Non dobbiamo cambiare il nostro atteggiamento ed alla fine faremo i conti».
Come sta la squadra in questa settimana ‘particolare’ visto che avete lavorato molto al Pala Ilario di San Nicola la Strada dal momento che il Palamaggiò era occupato dal concerto di Eros Ramazzotti…
«La squadra sta bene, di fatto vedremo il nostro campo solo per l’ultima rifinitura ma ringrazio i dirigenti del Cedri per averci dato, ancora una volta, il loro campo. Per quanto riguarda il lavoro di squadra ora dobbiamo diminuire i carichi perchè ci sarà un cambiamento climatico elevato. Dopo aver tirato un anno così forte, il passaggio alla primavera va calcolato bene. In settimana, comunque, ci siamo allenati con grande dedizione e vogliamo continuare il nostro trend positivo»
Oggi arriva Pesaro (ex squadra del coach canturino che, per due anni, ha guidato la Scavo) per una partita che vi può definitivamente lanciare alla caccia di un posto nei playoff…
«Sarà una partita più difficile rispetto a quella con Siena perchè Pesaro arriva con l’acqua alla gola visto che rischiano, ancora, di retrocedere in LegaDue. Volendo fare un paragone, gioca come la Dinamo Sassari ovvero cerca di alzare il numero dei possessi e dei tiri. Non si fanno problemi se non eseguono i giochi, se hanno un tiro aperto lo prendono immediatamente. E’ una squadra che, poi, con il cambio del tecnico (fuori Ticchi e dentro Markoski ndr), ha acquisito uno stile di gioco abbastanza particolare. Giocano molto ‘uno contro uno’, hanno gente decisamente atletica, con tanti punti e tiri nelle mani. Per questo motivo la nostra durezza mentale e fisica, oltre alla concentrazione, deve essere massimale».
Allora oggi come si batte la Scavolini, lontana parente, comunque, da quella spazzata via, all’andata, all’Adriatic Arena?
«Dobbiamo tenere sotto controllo il ritmo della gare ed evitare i loro contropiedi. Inoltre bisogna essere bravi a difendere nei primi 10 secondi dell’azione e far calare le loro percentuali altrimenti rischiano di farci male».




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