«Le due settimane che hanno preceduto questa partita per noi importante, sono state fondamentali per la salvezza della società che ha visto arrivare forze nuove dal punto di vista economico con Gianluca Galimberti. Ora però tocca anche a noi dare una continuità a quanto accaduto fuori dal campo e conquistare la salvezza sul campo in un cammino ancora ricco di insidie e fatto di nove battaglie una dietro l’altra». Esordisce cosi coach Pino Sacripanti nel prendere contatto con quella che a conti fatti rappresenta la prima sfida decisiva per la conquista della permanenza nel massimo campionato tricolore. Una sfida che metterà di fronte due squadre in crisi di risultati, con quella bolognese che alla stato attuale sono li a guardare la targa ai casertani e lontani un solo successo, ma con lo scontro diretto dell’andata a sfavore e con più di un cambio di direzione e di giocatori in più rispetto al passato recente della Juve.
Di cambiamenti a Caserta se ne parla, ma nella maniera aggiuntiva e non di partenze.
Di nuovi giocatori e della possibilità di aggiungere un’altra pedina ad uno scacchiere che sembra pagare in alcune situazioni le fatiche delle battaglie fino a qui combattute ne ha parlato anche lo stesso Sacripanti che ha cosi affermato: «Di sicuro un giocatore in più non potrebbe che farci comodo e contenti. Purtroppo negli ultimi mesi non siamo stati certo fortunati tra infortuni ed acciacchi di stagione che non ci hanno praticamente abbandonato mai e quindi a volte ci ritroviamo con fatica ad arrivare ai dieci per allenarci con grande intensità. Di sicuro quello che posso dire – ha continuato lo stesso timoniere canturino – è che non abbiamo nessuna fretta, non dobbiamo certo correre dietro a nessuno. Diamo la possibilità alla nuova proprietà di mettere le ultime cose a posto e a noi di finire di scandagliare il mercato con tutta la tranquillità di questo mondo per trovare il giocatore giusto da inserire in un gruppo che va tutelato e salvaguardato a tutti i costi per quello che ha dato e fatto fino a questo momento. Pertanto quello che cerchiamo è un giocatore che si possa unire a questo gruppo e non sostituire nessuno».
Un esterno o un interno?
«Al momento non farebbe davvero nessuna differenza purché rispetti le indicazioni di cui parlavo prima e quindi di inserimento all’interno di un gruppo come il nostro. Abbiamo ancora una settimana di tempo per continuare a cercare, poi vedremo».
Guardando al presente e quindi alla sfida contro Bologna, che partita ti aspetti?
«Una partita particolare e ricca di insidie come tutte quelle in cui devi incontrare una squadra che la settimana prima della gara hanno cambiato allenatore. Particolari perché non sai mai precisamente se quello che metteranno in scena in campo i giocatori sia una continuità del passato, direttamente un basket nuovo e che rispecchia il nuovo coach o una sorta di mix tra le due cose. Senza contare che in situazioni del genere il pericolo principali è rappresentato dalla reazione dei giocatori che sono con le spalle al muro e che quindi non hanno più alibi e devono emergere per dimostrare di valere. Da parte nostra ci siamo allenati bene negli ultimi giorni e con la giusta intensità».
Tatticamente dove si deciderà la partita?
«Mosse da scacchiere a parte e di cui non amo parlare più di tanto, credo che la differenza la faccia il nostro attacco. Anche a Varese abbiamo giocato bene in difese limitando una squadra come la capolista, ma poi in attacco abbiamo sciupato tanto. La nitida dimostrazione è stato il break in trasferta, sul campo della capolista ed in cui abbiamo aggiustato la mira ed abbiamo recuperato il gap in doppia cifra. Quindi credo che se riusciamo ad aggiustare la mira soprattutto in quelle fasi in cui costruiamo bene il nostro basket con tiri piedi per terra, potremo fare un passo in avanti».