Il calendario è nemico della Juve



Jelovac in azione (Foto Carozza)
Jelovac in azione (Foto Carozza)

Le carte in tavola per la chiamata a raccolta della truppa aggiunta a quella che di solito coach Sacripanti può disporre a proprio piacimento con cambi ed assetti tattici diversi a seconda delle esigenze e degli avversari. La stessa truppa che da anni nelle occasioni di altissimo livello, di grande difficoltà o di altissimo giubilo, non ha mai risposto con il classico due di picche alla chiamata. A radunare il popolo bianconero verso quella che senza mezzi termini può essere una partita fondamentale nelle prossime quattro uscite della Juve. In una fase di campionato dove di seguito ci saranno Varese, Bologna e Siena rispettivamente in doppia trasferta e sfida al Palamaggiò contro i campioni d’Italia in carica, il faccia a faccia contro l’Acea rappresenta un appuntamento cruciale per provare a mettere assieme tutti i tasselli unici che compongono di solito il puzzle dell’impresa. Il primo ovviamente è giocare tra le mura amiche (la doppia trasferta sul campo della capolista e sui quello di una squadra in netta difficoltà di classifica come la Virtus Bologna potrebbero nascondere più di un0’insidia per Maresca e compagni, senza contare che a seguire ci sarà una squadra che quanto ad organico non ha nulla a che vedere con la Juve, come Siena ndr), nettamente complementare è l’elemento oggetto della chiamata a raccolta da parte della società e quindi i tifosi e dulcis in fundo il desiderio di vendetta sportiva. Ma andiamo con ordine. E’ a Pezza delle Noci che la Juve ha giocato le sue migliori prestazioni in questa stagione. E’ a Pezza delle Noci che sono arrivate le imprese contro Sassari, Cantù, la vittoria con Bologna o le sconfitte giocando ad altissimo livello come per esempio quella contro la Cimberio Varese, quella contro le scarpette rosse di coach Scariolo o l’Umana Venezia costringendo i lagunari addirittura all’overtime. E’ a Pezza delle Noci tra le mura amiche, tra le braccia dei suoi tifosi che la Juve riesce a dare sempre il meglio di se. Questo lo sa bene la squadra, lo sa bene lo staff tecnico, ma soprattutto lo sa bene la società. Ecco allora la decisione di affidarsi ancora una volta all’iniziativa di portare a prezzo ridotto, per chi possiede un abbonamento, una persona per rendere gli spalti della Reggia del basket bianconero, ancora più roventi, ancora più vivi ed urlanti. Ecco il perché dopo le parole dedicate alla situazione economica, ai microfoni di Goldwebtv il vice presidente Iavazzi ha voluto porre l’accento e l’attenzione solo ed esclusivamente sulla prossima partita della sua Caserta e sull’importanza della presenza e del calore del pubblico per spingere la squadra verso un successo che da solo ed in un momento particolare della stagione, ridarebbe metà del respiro trattenuto nelle due sconfitte contro Biella e Montegranaro. ‘Last but not least’, come direbbero dalla’altra parte dell’oceano, la vendetta sportiva. Il dato e l’ultimo pezzo del puzzle che racchiude in se tutti gli elementi precedentemente indicati. Già perché la sconfitta dell’andata, per la prima volta sotto gli occhi ‘live’ dei tifosi casertani per un divieto che è stato finalmente abolito, è un qualcosa che nessuno ha dimenticato. I 57 punti segnati, un secondo tempo in cui Roma ha praticamente fatto quello che voleva e non solo dal punto di vista cestistico, ma anche dal punto di vista dello spettacolo nel tentativo di divertire i tifosi giallorossi in uno scontro che ha sempre avuto il sapore particolare tra le due tifoserie. Restituire pan per focaccia. Questo il motto, dunque, di una Caserta che non aspetta altro che addentare la giugulare della Virtus che arriverà con un giocatore in più e con la consapevolezza di affrontare una squadra che dopo la brutta batosta di Montegranaro si è rimboccato le maniche lavorando per evitare uno dei dati che poche volte è stata l’eccezione che conferma la regola: le palle perse. Solo ed esclusivamente in partite come quella vinta con Avellino o quella contro la Virtus Bologna la vittoria è arrivata con un numero di palle perse uguale o superiore a 20. Un numero che accompagna praticamente la Juve in quasi tutte le sue sconfitte. Ridurre questo dato statistico o comunque equilibrarlo con quello delle palle recuperate e gli assist, rappresenta la chiave di volta di una squadra che difende forte, corre, segna punti facile, ma soprattutto che muove la palla in maniera giusta e trova sempre l’uomo giusto al momento giusto.




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