«Sapevamo di dover incontrare una squadra in gran forma e con gran fiducia nei propri mezzi. Sapevamo quindi di dover restare attaccati alla partita per tutti i quaranta minuti per poi giocarci le nostre carte nel finale» il commento di Sergio Luise alla sfida vinta all’ultimo tiro della Juve in casa della Vanoli Cremona. Una vittoria che sigilla il successo del Palamaggiò e che mette al sicuro con doppia mandata uno scontro diretto fondamentale per la corsa alla salvezza.
Dove avete sbagliato e cosa avete, invece, fatto bene su ambo i lati del campo?
«Credo che il piano partita stabilito durante la settimana sia stato fedelmente rispettato. Siamo riusciti a controllare il ritmo, a non farli correre e ad impedirli di trovare facili conclusioni dall’uno contro uno degli esterni. In attacco il nostro obiettivo era quello di trovare buoni dal lato debole della difesa di Cremona, molto aggressiva invece sulla palla e sul lato forte;anche questo ci è riuscito bene, ecco forse l’unica nota negativa è stata la cattiva percentuale nel tiro da fuori, soprattutto nel primo tempo, nonostante avessimo preso tiri aperti».
Nell’ultimo periodo la squadra sembra tirare non benissimo. Stanchezza o altro?
«Credo che escludendo la partita di Cremona, nelle ultime giornate la nostra esecuzione è calata come qualità, avendo spesso svolto allenamenti incompleti e quindi la qualità dei tiri ne ha risentito. Per una squadra come la nostra, la qualità dell’ultimo passaggio, dei blocchi per liberare i tiratori è fondamentale per le percentuali del tiro. A Cremona, ripeto, invece si è sbagliato tiri con piedi a terra e metri di spazio, ma questo può succedere».
Che giudizio dai alla prova di Jonusas?
«Jonusas è un giocatore che mette in campo tanta energia sui due lati del campo, riesce a darci una grossa mano a rimbalzo, e coprendo i due ruoli di ala è molto importante tatticamente. E’ sicuramente un tiratore, va quindi innescato, sia in uscita dai blocchi che in transizione, a volte ha avuto problemi di falli che gli hanno fatto perdere il ritmo della partita, e al rientro non è riuscito ad essere pericoloso come all’inizio. Questo domenica non è accaduto, e la sua presenza in campo si è sentita per l’intera durata della partita».
Cosa hai pensato sull’ultimo possesso Juve e sull’ultimo possesso Cremona?
«Ero abbastanza fiducioso. Abbiamo diversi giocatori dall’ultimo tiro, con la freddezza giusta e Akindele è sicuramente tra questi. Sull’ultima azione difensiva ad essere sincero non ho avuto tempo per pensare di perderla, si è svolto tutto così velocemente che ho pensato solo al suono finale della sirena».
Quanto pesano questi due punti?
«Pesantissimi. Abbiamo due a zero su una diretta concorrente, abbiamo per la prima volta quattro punti sulla diretta inseguitrice e non meno importante, abbiamo dieci punti sull’ultima in classifica».
La partita con Biella avrà la stessa importanza o lo sarà ancora di più?
«Credo che alla luce dei risultati dell’ultima giornata possa avere ancora un significato maggiore, ci avvicineremmo alla quota salvezza, ipotizzabile a ventidue punti, e aumenteremmo ad un distacco forse incolmabile il vantaggio sull’ultima».
Poi ci sarà la pausa per le Final Eight: piccolo rammarico o consapevolezza di non sprecare energie importanti per l’ultima parte di stagione?
«Il rammarico è per la partita di Reggio Emilia non giocata del tutto secondo le nostre possibilità: Partecipare alle Final Eight dà un valore a tutta una stagione, spesso è l’obiettivo di una singola stagione, ma il nostro è un altro: raggiungere la salvezza il prima possibile, solo allora penseremo a prenderci altre eventuali soddisfazioni».