Juve, Mavraides pensa solo a Cremona



Mavraides in azione (Foto Carozza)
Mavraides in azione (Foto Carozza)

«Nel primo tempo abbiamo giocato una pallacanestro diversa. In venti minuti siamo riusciti a giocare più di squadra, ci passavamo di più il pallone e siamo sempre riusciti a trovare l’uomo giusto al momento giusto. Ma le differenze sono iniziate già verso la fine del secondo quarto, quando siamo incappati in falli veloci che ci hanno condizionato e ci hanno impedito di tenere un vantaggio diverso da quello con il quale siamo andati a riposo». Disamina accurata quella di Dan Mavraides nello spiegare le principali differenza tra quello che è stato un qualcosa di molto simile al dominio dei primi dieci minuti, una prevalenza di gioco nel secondo e tutto il contrario di tutto a partire dal secondo tempo e quindi dal terzo quarto: «Quando siamo tornati in campo per il secondo tempo – aggiunge lo stesso playmaker ex Avellino uscito da Princeton University – tutto è cambiato anche  qualcosa nel nostro gioco. Non siamo più riusciti a far circolare la palla come volevamo e come abbiamo dimostrato di saper fare nel primo tempo di gioco. Non siamo riusciti a giocare di sponda, non siamo riusciti a fare il dentro e fuori o ribaltare il lato per dare palla all’uomo libero. Di contro non abbiamo fatto altro che provare ad andare uno contro uno esaltando i punti di forza della fisicità di Milano nei confronti diretti. Questa è stata la principale differenza tra il primo ed il secondo tempo».

Tra i punti di forza di Milano di cui parlavi, sicuramente uno era quello di avere un backcourt molto più fisico, molto più forte di quello di Caserta. Per voi esterni è stato un problema mantenere lo stesso tipo di fisicità anche nel secondo tempo contro giocatori del genere in difesa?



«Giocatori come Langford o come Hairston quando sono assieme sugli esterni è difficile trovarne in altre squadre. Sapevamo che questa loro fisicità prima o poi sarebbe venuta fuori con giochi in low post che poi sono arrivati puntuali. In settimana il coach aveva sottolineato questa caratteristiche e questa possibilità ed eravamo preparati sul come provare a limitare questa differenza. Ma personalmente credo che il problema principale di questa sconfitta, non sia stato questa differenza di fisicità, ma principalmente quello di non essere riusciti a giocare in attacco allo stesso modo dei primi venti minuti anche nei secondi, producendo poca pericolosità nella loro metà campo».

Nella sua conferenza stampa post gara, coach Sacripanti ha posto l’attenzione sulla eventualità che i tanti falli fischiati subito, cosa di cui hai parlato anche in precedenza, abbiano limitato il vostro normale flusso di pallacanestro portandovi ad avere delle preoccupazioni e delle limitazioni su ambo i lati del campo. La pensi allo stesso modo?

«Assolutamente si. Siamo una squadra che fa dell’aggressività una delle sue caratteristiche principali. Quindi quando si incappa in situazioni di falli veloci e molto presto in un quarto a volte il pensiero a non commetterne altri ti fa perdere quel pizzico di aggressività e quel ‘momento’ o timing nel fare determinate cose in difesa, ma anche in attacco e noi abbiamo perso in alcune occasioni questo ‘momento’ e questa aggressività che invece abbiamo avuto dalla palla a due al riposo di metà gara».

L’essere stati avanti contro una squadra come Milano, aver avuto il pallino del gioco in mano ed averla persa non solo per i meriti dell’Armani, ma anche per qualche errore della Juve, può essere un colpo che potrebbe sorbire effetti per il futuro o solo quel pizzico di amarezza per il mancato risultato esaltante contro una big del campionato?

«Nessuno effetto negativo. Da subito negli spogliatoi ci siamo guardati in faccia e rassicurati che quello che abbiamo fatto era il massimo e abbiamo lottato alla pari contro una grande squadra. Siamo molto positivi, specialmente per il futuro. Nell’ultimo periodo siamo stati bravi nel saper cancellare, nel bene e nel male, quanto era accaduto la domenica precedente ed in settimana pensare solo ed esclusivamente al nuovo impegno».

Ed il nuovo impegno porta il nome della Vanoli Cremona nel primo dei due scontro diretti in fila che attendono Caserta…

«Di sicuro pensiamo un passo alla volta. Il primo è quello che ci porta a Cremona e quindi pensiamo solo alla Vanoli. Cremona è una squadra in crescita e che sta vivendo un ottimo momento, ma se giochiamo come nel primo tempo della sfida contro Milano, possiamo battere chiunque».


error: Content is protected !!
P