A conclusione di una stagione agonistica esaltante Ennio Falco centra la sua quinta coppa del mondo sul poligono di Izmir in Turchia (Monaco ’94, Montecatini ’96, Doha 2001, Roma 2003 le precedenti), ma ancora pensa all’argento dell’ultimo mondiale. “Sono felice, sì lo sono. – sono le prime parole che gli escono dopo aver stracciato il russo Valeriy Shomin, che un mese fa gli tolse la soddisfazione del titolo iridato. – Avrei preferito vincere anche il mondiale a Monaco di Baviera. Ci tenevo perché, dopo quattro secondi posti avrei voluto sfatare questo tabù e soprattutto perché avrei voluto dedicare quella vittoria ad Angelo Scalzone che su quell’impianto nel 1972 vinse l’oro nella fossa olimpica. Angelo era di Casal dei Principe, campano verace come me. Lui ci ha lasciato ventitrè anni fa, ma è sempre nel mio cuore, nel cuore di noi corregionali: ha fatto tanto per il tiro a volo mondiale, ma soprattutto per noi che lo abbiamo avuto sempre come un mito. A lui va sempre il mio pensiero e gli dedico questa Coppa con l’impegno che proverò a non fermarmi qui”. A 42 anni suonati, il tiratore di Capua, inanella in Turchia il suo 95° podio internazionale in cui spiccano inoltre l’oro olimpico di Atlanta ’96 e 5 titoli europei. Non è appagato, anzi rilancia e si rivolge anche alla federazione affinchè lo metta nelle migliori condizioni per centrare altri allori. “Ho già vinto la carta olimpica, ma continuo ad essere motivato. – tiene a precisare – Nel nostro sport c’è un regolamento particolare per quanto concerne il pass olimpico: primo chi lo conquista non lo prende per sè ma per la nazione, secondo se lo hai già preso non puoi prenderlo un’altra volta. Risultato: spesso il ct della specialità lascia a casa chi ha vinto la carta e convoca per le gare internazionali altri azzurri. A me è già successo prima di Pechino. Come ho fatto al mondiale tedesco anche nel quadriennio che precedeva i giochi cinesi vinsi subito il passaporto olimpico e purtroppo, proprio per quello strano meccanismo, rimasi a lungo fuori dalle gare che contavano. Arrivai all’ultima olimpiade un po’ arruginito. Questa volta chiedo che mi si faccia disputare le gare che ritengo importanti per arrivare a Londra in forma”. Falco è entrato in finale a Izmir con il miglior risultato complessivo grazie al 50/50 del secondo giorno di gara, dopo che sabato si era fermato al settimo posto con il punteggio di 72/75. Non ha sbagliato nulla nella serie decisiva, 25/25, dando alla fine 2 piattelli di differenza al russo Shomin (145 + 5), che si è preso l’argento battendo allo spareggio il greco Nikolaos Mavrammatis (145 +4) e il danese Anders Golding (145 +2). Sesto con 142/150 l’altro azzurro, Luigi Lodde, che aveva chiuso la prima giornata di qualificazione in testa alla classifica. Contemporaneamente alla coppa del Mondo in Turchia per i big, a Wroclav in Polonia si sono conclusi i Campionati Mondiali Universitari dove nella prova di skeet l’altro casertano Giancarlo Tazza, non è riuscito a salire sul podio nella prova individiuale, ma ha centrato il bronzo a squadre, confermando la validità della scuola “Falco”, che aveva visto Alessandro Chianese, napoletano di Casandrino che si allena a Caserta, conquistare l’oro nella specialità del double trap. “Una giornata indimenticabile -sottolinea il presidente del Comitato Provinciale Coni Michele De Simone- caratterizzata dalla conquista da parte di Falco, atleta di punta dello sport casertano, della prestigiosa Coppa di Cristallo, non un traguardo per il nostro campione ma un ulteriore punto di partenza nella marcia di avvicinamento ai Giochi Olimpici di Londra. Lo festeggeremo nel prossimo Gala dei Campioni in programma a fine ottobre d’intesa con la Provinncia”.