Strano parlare di primo crocevia salvezza quando siamo solo alla nona partita di campionato, ma quello che va in scena questo pomeriggio nell’astronave dell’Adriatic Arena di Pesaro è, a tutti gli effetti, un match di tremenda importanza per entrambi i team che battaglieranno sulle lastre di parquet. La sfida tra Pesaro e Caserta, in un tempo neanche tanto lontano, valeva un posto nei vertici della graduatoria o, meglio ancora, un passaggio di turno nei playoff scudetto: oggi è una sfida salvezza a tutti gli effetti. Complice una situazione economica non certamente florida in entrambe le società, adesso questo propone e non bisogna stare troppo a pensare a quello che era ed ora non è. Un tempo lontanissimo anche sugli spalti visto che, entrambe le tifoserie organizzate, non esistono più ed hanno chiuso i battenti. Ma questa è un’altra storia. Quella interessante si vivrà sulle lastre di legno e vede la Juve alla disperata ricerca della prima affermazione casalinga.
I bianconeri affrontano la trasferta con una formazione ancor più rimaneggiata a seguito dell’infortunio occorso al giovane Dario Cefarelli che, per questo motivo, dovrà anche rinunciare all’impegno con la nazionale under 20 previsto proprio a Pesaro nelle giornate di domani e martedì. Cefarelli sarà comunque in panchina a Pesaro anche se difficilmente potrà essere utilizzato. Una ulteriore tegola, un ulteriore giocatore della rotazione che viene meno e che obbliga coach Sacripanti a fare i salti mortali per non spremere, troppo, i sette titolari. Se Caserta non sta bene, certamente Pesaro non ride: dopo due vittorie nelle prime tre giornate, la squadra di coach Ticchi ha incassato cinque sconfitte di fila e stenta a decollare. Il ‘farmacista di Gradara’, poi, ha già perso per strada Amoroso, che ha rescisso il contratto col club marchigiano, ed il promettente giovane Traini: è arrivato, da Napoli, il folletto Denis Clemente che sta faticando tantissimo a prendere il passo con la LegaA dopo aver strabiliato nella breve parentesi napoletana. Insomma, mal comune per tutti.
«Quella con la Scavolini – commenta coach Sacripanti nell’immediata vigilia della partita – è una partita cui arriviamo in condizioni non ottimali ed in formazione ancor più rimaneggiata per l’indisponibilità di Cefarelli. Noi siamo consapevoli del valore della posta in palio e mi aspetto, perciò, il massimo contributo da tutti perchè solo così potremo provare a fare qualcosa di importante. La Scavolini cercherà di mettere il massimo dell’energia e dell’aggressività fin dal primo minuto e proverà ad imporre il suo sistema di gioco per cercare di tornare alla vittoria. In questo inizio di stagione i biancorossi hanno alternato una buona pallacanestro a gare in cui si sono espressi ad un livello inferiore, ma hanno le potenzialità per arrivare a buoni risultati. Come noi, hanno per obiettivo la salvezza e, perciò, per loro, quella di questo pomeriggio sarà la partita della vita».
Parole chiare quelle del timoniere bianconero che, per due stagioni, ha guidato la Scavolini. Erano altri tempi, c’erano altri obiettivi ed il budget era superiore. Ora è una gara troppo delicata per portarsela perdere anche in relazione del fatto che la sua Juve, fin qui, in trasferta è sempre andata incontro a pesanti sconfitte oltre che ad un gioco non uguale a quello ammirato al Palamaggiò. Una Juve che, adesso, non può sbagliare: è vero che la condizione del roster è quella che è, è stragiusto rimarcare che è durissima tenere botta senza due stranieri, ma è doveroso sottolineare che Pesaro vive un momento troppo delicato per non poterne approfittare. Oggi, veramente, la Juve può andare a giocarsela a testa alta e petto in fuori, consapevole che questi due punti sono di un’importanza capitale per il prosieguo della stagione. Oggi si scrive una pagina importante del libro juventino, oggi si deve giocare come a Siena con la speranza di resistere più tempo e reggere l’impatto con la fisicità del team pesarese.