«Sicuramente ci manca quel pizzico di talento in più che può dare, per esempio, un americano in alcuni momenti difficili della partita creando, magari, qualcosa per se e per i compagni di squadra». Parte da questa considerazione, da questa analisi il capitano della Juve Giuliano Maresca nel commentare la sfida e la sconfitta in quel di Siena contro la Montepaschi. Un’affermazione che ha rappresentato il denominatore comune di tutte le analisi fatte alla partita contro una squadra, quella di coach Banchi, che ha dovuto fare il minimo indispensabile per avere la meglio nei confronti dei bianconeri. Già perché con il solo cuore, il gruppo diretto in panchina da coach Sacripanti, ha tenuto testo ad una squadra che insieme alla voglia poteva e può mettere in campo rotazioni e squadra lunga in maniera tale da coprire anche quel dato della stanchezza dovuta alla trasferta tedesca di Eurolega in casa dell’Alba Berlino. Un cuore che ha tenuto per più di venti minuti Caserta attaccata al match ed a quei due possessi di distanza che iniziavano ad essere un peso per i senesi una sorta di possibilità e chance da leccarsi i baffi per Mordente e soci. Ed allora ecco che l’analisi fatta da Maresca ed in generale da tutti coloro che hanno avuto modo di analizzare il match, la differenza l’ha fatta l’impossibilità degli juventini di potersi affidare alle mani di un giocatore talentuoso che piazza canestri importanti come potevano essere Brown o Janning dall’altra parte della barricata. L’impossibilità, infatti, di rispondere alle triple dei mensanini, dopo che il cuore casertano aveva creato punti da pallacanestro corale,ha permesso alla Montepaschi di allargare il divario e la forbice in campo, ma soprattutto di aumentare i giri con una maggiore pressione nella parte finale con quintetti particolari e freschi contro quello fisso per necessità di Terra di Lavoro. «La mancanza di questo pizzico di talento in più – ha continuato poi lo stesso Maresca – si è notata in campo contro una squadra contro Siena, piuttosto che contro Bologna dove invece abbiamo resistito bene. Questo però non ci scoraggia. Siamo consapevoli che potevamo fare meglio, potevamo perdere qualche pallone in meno e sfruttare in modo migliore alcune situazioni offensive cosi come abbiamo fatto una settimana fa con Bologna, ma non ci fasciamo certo la testa. Siamo scesi in campo con la stessa idea dell’appuntamento casalingo contro la Virtus, siamo scesi in campo con l’idea di potercela giocare e di dare il massimo e cosi è stato, visto abbiamo dato in campo tutto quello che avevamo in termini di impegno ed atteggiamento. Nonostante la sconfitta ancora una volta questo gruppo, però, ha dimostrato che nonostante tutto ha le possibilità per poter arrivare fino in fondo al nostro obiettivo. Ne eravamo convinti domenica scorsa dopo l’importante successo contro Bologna e lo siamo anche oggi dopo la sconfitta di Siena».
Cosa ha fatto la differenza?
«In attacco come si diceva in precedenza non avere giocatori o forse americani in grado di segnare o creare per se stessi e compagni ha avuto il suo peso e giusta importanza anche se poi tutti abbiamo dato il nostro contributo. In difesa abbiamo sofferto molto le loro situazioni di pick and roll con lunghi, però, che diversamente da tanti altri non rollano verso il canestro, ma si aprono per tirare da tre punti. Su queste situazioni di pick and pop, abbiamo subito dei canestri da tre che hanno cambiato il volto alla partita. Questa è una caratteristica di Siena e lo sapevamo che ci avrebbe messo in difficoltà, cosi come credo metterà in difficoltà qualsiasi squadra in questo campionato».
In sede di presentazione del match a prescindere dal risultato e dall’avversario, avevate un solo obiettivo, vedere dei passi in avanti dal punto di vista dell’atteggiamento e del gruppo. Il tuo parere al riguardo?
«Che prima di tutto i passi in avanti vano misurati in base all’avversario e a quello che accade in campo. Per esempio in casa con Bologna sono sembrati essere di più per la vittoria per i nostri meriti su ambo i lati, ma anche per qualche demerito dell’attacco della Virtus che non è stato brillante. Con Siena potrebbero sembrare molti di meno, ma siamo contenti di come abbiamo giocato specialmente nel primo tempo, restando attaccati ad una squadra molto più lunga di noi nelle rotazioni. Il dato principale sul quale mettiamo la mano sul fuoco è che ogni domenica scenderemo in campo dando il 100% e tutto il nostro cuore per la squadra, società e tifosi».