Arriva alle 14 e 20 accompagna da coach Oldoini, scende dalla macchina e si guarda intorno. La stanchezza si legge bene nonostante gli occhiali scuri. Altezza imperiosa, fisico atletico, risposta pronta e grande fede religiosa. Ecco a voi Olumide Oyedeji, centro 29 enne nigeriano con esperienze Nba a Seattle e Orlando. Bloccato da qualche problema di gastroenterite negli ultimi giorni, il giocatore è potuto arrivare solo ora ad unirsi alla truppa di Sacripanti. Quasi sorpreso dalla grande accoglienza ricevuta, il centrone inizia con una lunga lista di ringraziamenti, al presidente, al coach, al gm, ai tifosi e persino ai giornalisti… “Mi scuso molto per il ritardo, per me è una grande opportunità essere qui, in una squadra dove c’è grande organizzazione. Il mio obiettivo è mettermi al passo con i compagni, ho visto cosa la squadra ha fatto l’anno passato, voglio arrivare a quei livelli e fare meglio”. Come molti giocatori al primo impatto con Caserta, anche Oyedeji sottolinea il grande ambiente, l’ospitalità e il calore del pubblico casertano: “E’ come se fossi qui da 6 mesi, città e ambiente sono perfetti per lavorare e migliorare. Inoltre sono nella squadra di un grande coach che ha seguito le varie fasi della mia carriera”. A presentarcelo meglio ci pensa coach Sacripanti, che racconta di 12 anni fa, all’epoca allenatore di Cantù, quando in una delle sue trasferte rimase colpito da questo giocatore che stava in Germania che faceva 15 punti e 15 rimbalzi di media. “Dopo belle annate scelse l’Nba, ha fatto bene, l’ho rivisto nelle varie Summer League e le sue caratteristiche erano invariate: grande posizione in area e attitudine spiccata a rimbalzo. Delle sue esperienze in Cina, Korea, Giappone, abbiamo visto poco, ma ha affrontato gente come Nate Johnson (ex Cantù), Akindele, quindi il livello è alto anche lì. Adesso Caserta gli chiede presenza in area dove avrà spazio e di alzare di un livello la squadra, finalmente con un pivot puro”. Inizia la sequela delle domande, ma il giocatore è pronto e reattivo e le sue risposte sono pungenti e ficcanti:
-Ci saranno difficoltà ad ambientarsi ai campionati europei dopo tanta assenza?
“ Basket è basket ovunque lo si pratichi, quello che conta, come in ogni cosa, è l’approccio mentale, la concentrazione e il fare la cosa giusta quando sei chiamato in campo”.
-Quanto è stata importante la presenza di Ebi Ere nell’incidere sulla tua scelta?
“Sapevo che Ebi giocava qui, siamo stati insieme in nazionale spesso, ma ciò che ha inciso sulla mia scelta è stata la grande organizzazione e professionalità che la società ha, mi sono informato a riguardo e la scelta è stata facile”.
-L’anno scorso la superprestazione di Jones contro Roma, di 19 rimbalzi ha entusiasmato la folla. Sei sempre stato tra i migliori rimbalzisti dei tuoi campionati, cosa ti aspetti da un campionato duro come quello Italiano?
“Per me non importa la singola votazione, voglio migliorare con tutte le mie prestazioni il livello di squadra. Rispettare tutti, compagni, coach, presidente, tifosi e me stesso, questo per me è fondamentale. Come dicono in Nigeria, <un albero non può fare una foresta>, quindi per me non conta il numero di rimbalzi presi, non li voglio rubare a Jumaine o qualcun altro, né per fare 20 tiri a serata. Voglio portare intensità ed energia, gli avversari mi dovranno temere e odiare perché sarò intimidatore, spero di riuscire a farmi amare dai miei compagni. Non voglio spaccare in due un team unito, ma entrare tranquillamente e inserirmi”.
-Come pensi di amalgamarti a un gruppo già rodato dal passato in breve tempo?
“Non mi importa impormi da subito, sono stato chiamato per dare il mio contributo. Cercherò di inserirmi ascoltando le direttive del coach, facendo quello che mi viene richiesto, giocare in post, darla fuori a Ere o a un altro, provare a tirare. Non sono qui per fare la stella che ruba il pallone ai suoi compagni di squadra, ogni volta che sarò chiamato in causa cercherò di dare il mio contributo al meglio della mie possibilità”.
-Ultima domanda: per tutti i tifosi chee vogliono conoscerti, descriviti in tre parole…
“ Credente in Dio di sicuro, un <family man>, e una persona che ha grande rispetto e stima sempre verso il prossimo”
Presentazione esemplare per un giocatore che speriamo possa essere il faro i una squadra completa. Sacripanti conta di inserirlo fra 2 settimane, magari per l’esordio al trofeo Irtet il 14 contro il Paok Salonicco, magari in un duello ad alte quote con Papadopoulos. Intanto farà lavoro differenziato, e come traspare dalle parole rubate a Sacripanti, sarà molto utile a completare il pacchetto lunghi e a integrarsi con Garri, che pur nello stesso ruolo, ha caratteristiche totalmente opposte. Adesso fra 2 giorni arriverà anche Koszarek, mentre per Doornekamp dobbiamo ancora attendere l’eliminazione del Canada al mondiale. Intanto il lavoro continua e dopo qualche altro scrimmage privato, si attendono risposte dal trofeo di Palestrina dell’ 11 e 12 settembre prossimo.