Il Sindaco in campo per aiutare la Juve



Il Sindaco Del Gaudio

Dopo la risposta di Caputo, dopo la bacchettata arrivata direttamente dall’Onorevole Polverino sulla gestione di Gervasio e sulla situazione attuale della Juvecaserta, sembra essere ancora una volta la politica a mettersi in primo piano. Questa volta a farlo è direttamente il sindaco della città della Reggia vanvitelliana, che insieme allo stesso Polverino era stato tirato in ballo dal presidente della Juve, Gervasio, in termini di aiuti non arrivati nei confronti della pallacanestro cosi come per esempio sono arrivati nei confronti del calcio. Uno scenario che è stato, come si diceva in precedenza e come abbiamo avuto modo di riportare nei giorni scorsi, accettato non con le molli dallo stesso Onorevole Polverino, puntualizzando alcuni aspetti della vicenda come l’interesse della politica a far arrivare Iavazzi alla Juve o come in passato alcuni sponsor, anche se di piccola entità, abbiano accettato di far parte della nave casertana perché la politica aveva mosso le acque. Non è intervenuto con un’intervista o con una bacchettata diretta il sindaco Pio Del gaudio, ma con una nota o meglio con una dichiarazione che lascia uno spiraglio di luce, che lascia quella timida speranza che qualcuno possa accettare l’invito lanciato sulla scrivania dal primo cittadino di Terra di Lavoro scongiurando l’inevitabile.

«Ho sottoposto in data odierna alle istituzioni e alle associazioni di categoria del Tavolo Città la necessità che pervengano segnali di attenzione e sensibilità alla Juve Caserta, testimonianza di risultati storici che, nel corso degli anni, hanno contribuito all’immagine di Caserta e del suo territorio. Rappresenterò pari necessità ai capigruppo consiliari del Comune, che incontrerò nel pomeriggio sulla questione». Questa la dichiarazione di Del Gaudio, queste le parole arrivate tramite una nota stampa con la quale il sindaco ha voluto sottolineare il proprio operato alla sensibilizzazione delle istituzioni e delle associazioni di categoria di Terra di lavoro nei confronti dei problemi economici della Juve. Sensibilizzazione che va di pari passo con l’idea spiegata in maniera cristallina da Polverino e riguardante l’impossibilità della politica di spingere in maniera coattiva alla partecipazione di aziende come partner economici all’interno di società sportive, ma che ci deve essere un interesse diretto e spontaneo, anche se poi la spontaneità va valutata nei termini e nei gradi. Una spontaneità che potrebbe portare ad un ultimo disperato tentativo di arrivare a quel partner pronto ad accollarsi il ruolo di main sponsor della squadra salvando capra e cavoli, almeno per questa stagione, salvando la faccia del basket casertano ed evitare, forse, quella che era l’unica vera paura ovvero quella della smobilitazione, che nei giorni scorsi ha aleggiato nelle strade, nei pub, nei bar ed in qualsiasi posto ci fosse stato un appassionato della palla a spicchi, come un fantasma in una casa deserta su una collina sperduta della Pennsylvania e creati dalla partenza di Chatfield dei giorni scorsi. Al momento, però, tutto resta bloccato, tutto resta fermo e nessun altro pezzo di questa Juve sembra essere in procinto di lasciare Caserta. Allo stesso modo, però, nessuno sembra essere in dirittura di arrivo. Ne un altro italiano, ne un altro americano figurarsi un nuovo playmaker. Resterà cosi come è la Juve che scenderà in campo domenica prossima contro la Virtus Bologna. Con il blocco degli italiani e la coppia Jonusas e Jelovac pronta a dare manforte per non perdere un0’altra occasione, per mettere in piedi una vera e propria impresa. Già perché non sarebbe la prima volta che in situazioni di emergenza la Caserta cestistica tira fuori gli artigli. Successe anni fa quando proprio a Caserta la Juve guidata da Di Bella mise ko le ‘Vu Nere’ o tanto per non dimenticare mai, quando lo scorso anno la Juve di Collins ed Andre Smith mise in ginocchio i campioni d’Italia della Mensana. L’essere Davide che colpisce in un occhio il gigante Golia, è sempre stata una situazione biblica che è calzata a pennello alla franchigia di pezza delle Noci.




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