La Nb Marcianise conosce la prima sconfitta. L’unica sui primi tre confronti, ed è poco male se considerati in rapporto a quello che quest’ultimo ha ulteriormente definito dei tori, da ricordare come sempre suscettibili di innesti e di ulteriori strutturazioni tattiche. Sia chiaro, si all’innovazione, ma l’organico ha confermato un buon assetto di base, nonché la presenza di singoli (Moretti, Tornese e Boccarelli) che riescono a fare la differenza e risultare determinanti a prescindere dalla felicità del risultato. Niente fuochi fatui, dunque, se non quelli che rimandano agli spiriti poco decisi dei biancorossi che dopo i primi due minuti vedono già i mariglianesi prendere il sopravvento, piazzando un break di 9-0, per l’appunto rimontato ma non valorizzato in maniera ottimale, chiudendo un primo parziale con sei lunghezze a loro sfavore (21-15). Perciò il nuovo periodo si presenta propizio per una presa di posizione a favore di entrambe le formazioni che, inaugurando così una contesa anzitutto sul piano del morale, inizialmente si vedono abbastanza limitate a livello realizzativo (12-12 progressivo) ed è un primo tempo con i padroni di casa ancora avanti grazie allo stesso vantaggio concretizzatosi al termine della precedente frazione di gioco. Il ritorno in campo è ancora segnato dalla stessa consapevolezza che sembra preannunciare quello che sarà uno scontro interamente articolato dalle difese e da frequenti possessi alternati ma, a differenza di quanto ci si potesse attendere e in virtù del carattere (bisogna dirlo: non sempre efficiente a livello tempistico) dei biancorossi che generalmente non abbisognano di particolari intercessioni avversarie per guadagnare campo, la partita diviene tutta offensiva con gli ospiti che dilagano e si rendono protagonisti di 19 punti, e dal canto suo un Marigliano che di certo non si lascia contenere facilmente e ancora conduce (49-46). Ultimi dieci, coach Pappacena da una parte, coach Dandolo dall’altra ed ora diventa essenziale mantenere lo stesso profilo, essenziale per quelli che la giocano la pallacanestro e sanno di giocarsi anche molto di più: l’ultima frazione è quella della vittoria e anche i bersagli posti ai lati opposti del campo lo sanno, venendo centrati con una frequenza snervante (18-18 progressivo) finché l’ultimo, decisivo possesso è di Argenziano, che allo scadere prova almeno a pareggiare i conti una volta per tutte scoccando un tiro da tre che trova il ferro e decreta il vincitore (67-64). Una fine da “orologio” daliniano insomma, che è simbolo anche di un qualcosa che per essere funzionante e chiaro ha bisogno proprio di piccoli perfezionamenti che i ferri sempre caldi del “fabbro” Pappacena staranno già apportando.
Giovan Battista Iannotta