E’ stato una delle poche note liete della trasferta capitolina sin dall’inizio, cosi come lo è stato nella sfida precedente in casa contro Montegranaro. Il suo nome, Stevan Jelovac, prima di queste due partite, era stato più volte messo sulla graticola, più volte criticato per i tanti errori e non eccessiva consistenza in campo, prima di mettere momentaneamente a tacere una parte degli scettici. Lo ha fatto con tiri andati a bersaglio, con altri finiti sul primo ferro ma presi con senso di responsabilità e senza paura, con rimbalzi ed una costanza all’interno della partita più diluita sui quaranta minuti rispetto a quanto veniva in precedenza. «Sinceramente è difficile spiegare cosa sia successo a Roma soprattutto nella parte finale della partita – ha commentato l’ex Antalya interrogato prima di tutto sulla disfatta romana -. Avevamo iniziato bene, poi abbiamo subito il ritorno di Roma e stavamo soffrendo nel terzo quarto giocando non benissimo, ma neanche malissimo. Poi però è successo di tutto. Ci siamo lasciati andare, abbiamo perso palloni sanguinosi che hanno scatenato il contropiede di Roma che ci ha punito, credo, specialmente per la nostra principale mancanza di concentrazione. Forse dobbiamo crescere e migliorare sulla concentrazione soprattutto in vista della sfida con Varese».
In cosa la Juve deve, dunque, migliorare quando gioca in trasferta?
«Bisogna essere più uniti, provare ad aiutarci ancora di più l’uno con l’altro e soprattutto non perdere la testa quando subiamo dei break che ci portano sotto nel punteggio, ma reagire immediatamente con determinazione e difesa cosi come abbiamo fatto in casa con Cremona e Montegranaro».
Nelle ultime due partite, il tuo nome è stato quello più menzionato e non in negativo. Ha giocato bene con Montegranaro che con Roma, dal tuo punto di vista che Jelovac hai visto?
«A dire la verità non mi è mai piaciuto di parlare delle mie prestazioni o di cifre e numeri personali. Da quando sono a Caserta ho sempre detto che in questa squadra viene prima il gruppo, prima l’insieme e poi la singola unità. Anche perché oggi posso giocare bene io, domani un mio compagno, l’altra settimana ancora un altro. Quello che conta è che al suono della sirena tutti assieme riusciamo a portare a casa i due punti».
Ed ora al Palamaggiò arriva la capolista Varese. Che partita ti aspetti?
«Una partita importante e dura non solo perché arriva una squadra che non ha ancora perso una partita, ma anche perchè noi non possiamo sbagliare in casa e quindi dobbiamo metterci tutto quello che abbiamo. Non sarà facile, la Cimberio è una squadra molto atletica e di qualità, ma noi abbiamo una motivazione in più ovvero quella di dimostrare ai nostri tifosi che quella di Roma è stato solo un episodio. La chiave? Difesa e limitazione delle palle perse».