Domenica la Casertana farà visita all’Arzachena allenata da una vecchia conoscenza rossoblù: Raffaele Cerbone. Il tecnico campano si troverà di fronte il suo passato calcistico e ovviamente sarà un’emozione speciale rivedere quei colori. “Ci attende un compito impegnativo – ha esordito – perché affrontiamo un avversario sicuramente motivatissimo dopo il cambio di allenatore. Per noi il momento è delicato perché abbiamo un organico ridotto e molto giovane. Guardando la classifica si potrebbe pensare ad una Arzachena deludente, invece vi assicuro che ce la siamo sempre giocata con tutte nonostante le difficoltà. Puntiamo al bottino pieno e sarà una dura battaglia”. Dopo una brillante carriera da giocatore, Cerbone ha intrapreso quella di allenatore e non è il primo anno che guida un club sardo: “Sono sempre stato innamorato di queste terra e avendo una casa, conobbi l’ex presidente del Budoni che mi spinse a fare questa scelta. Mi trovo bene e spero di fare quanta più strada possibile”. Il presente è l’Arzachena, ma il passato si chiama Casertana: “ Per me i falchetti rappresentano tutto – continua il tecnico di Afragola – perché arrivai a 15 anni, giovanissimo esordì in serie C e tra primavera e prima squadra ho trascorso otto anni meravigliosi. A Caserta sono cresciuto come uomo e calciatore, ho vissuto momenti bellissimi, indimenticabili e qualche delusione. Il più bello? Troppa facile la promozione in B, sono ricordi che mi porto dentro e non dimenticherò mai. La gente impazzita di gioia, le lacrime di commozione, tutto stupendo. Ricordo con piacere anche l’anno con Montefusco (’88-’89) quando in trentadue presenze segnai sette gol giocando da tornante. Impensabile a quei tempi avere un minutaggio così alto. Nello stesso anno conquistai anche la maglia dell’under 21, insomma dodici mesi d’oro. Posso perciò dire che ho vissuto tutta la crescita dell’era Cuccaro. Ho visto la Casertana nascere, ho vissuto nei più bei periodi calcistici della città e ne vado fiero”. Come tutte le cose però arrivarono anche delusioni: “Un infortunio alla schiena mi fece perdere un anno e francamente non voglio neppure ricordarlo. Atroce la delusione di Ascoli, una retrocessione incredibile che probabilmente fu l’inizio della fine perché poi l’anno dopo arrivò il fallimento”. Raffaele Cerbone è stato l’ultimo capitano di quella Casertana e anche l’ultimo ad aver segnato con quella maglia in C1. Coincidenze significative: “Mi è sempre dispiaciuto andare via in quel modo – conferma – perché Caserta era casa mia. Avrei preferito essere ceduto, ma non vedere morire quel club. Purtroppo il calcio stava cambiando e le cose sono andate come tutti sapete. Ma il rossoblù sono colori presenti nel mio dna e nessuno potrà cancellarli”. Facendo un salto invece nella stagione precedente, svela un aneddoto sul quel famoso Bologna-Casertana 2-3: “Era da poco arrivato mister Materazzi – ricorda con una voce emozionata – ed io ero stato reintegrato. Non dovevo giocare, ero pronto ad andare in panchina e invece l’allenatore mi disse di prepararmi perché sarei partito dall’inizio. Quella fiducia dimostrata la ripagai con due gol che valsero la vittoria”. A proposito di gol, non tutti sanno che la vittima preferita di Cerbone è stata la Salernitana, in tutte le categorie dalla C1 alla serie A: “Ho sempre segnato ai granata, da quel famoso 2-2 al ‘Vestuti’ fino ai tempi di Empoli in massima serie. Era una rivalità che avvertivamo anche in campo e diciamo che ho provato negli anni a portare avanti questa sfida a distanza”. U giorno magari i destini della Casertana e di Cerbone si incroceranno di nuovo: “Sarebbe stupendo – conclude – allenare in una piazza del genere è il sogno di molti”.