Poteva essere una semplice sconfitta, un semplice accadimento di un percorso ancora lungo da affrontare, ed invece. Ed invece la sconfitta contro l’Angelico Biella, sembra aver lasciato più strascichi di quanto non si potesse pensare. Strascichi tecnici che andavano corretti immediatamente e prima che fosse stato troppo tardi. Quello più evidente, all’indomani della sfida contro Biella, è stato quello legato alla cabina di regia, al fulcro del gioco e quindi di conseguenza alla presenza a Pezza delle Noci di Nic Wise. Niente a che vedere con l’impegno, la volontà e la grinta o se vogliamo a quel problema al ginocchio che lo ha tenuto appeso ad un filo sin dal momento in cui ha messo piede fuori dall’ospedale adibito alle visite mediche per conto della società di Terra di Lavoro, mostrando anche in questo caso voglia ed interesse a mettere piede su di un campo da basket con la casacca bianconera. Ma alla fine il problema è proprio quello che ne è derivato dalla sua presenza. Insomma il periodo di ‘prova’ e della fiducia, sembra essere finito proprio allo scoccare della sirena finale del face to face in terra piemontese e non solo dal punto di vista dello staff tecnico, ma anche tra i piani alti di Pezza delle Noci, pronti a darci un taglio, nel vero senso della parola, e provare a cambiare rotta prima che fosse stato troppo tardi. Nel pomeriggio di ieri, dunque, è stato tutto ufficializzato, l’avventura in Italia di Nic Wise non arriva nemmeno agli auguri di Natale che spera invece di superare alla grande ed arrivare fino a quelli di giugno prossimo tra gli applausi dei tifosi bianconeri, il suo successore. Visto il diretto interessato non si può nemmeno parlare di sorpresa, non si può nemmeno parlare di un giocatore nuovo o tutto da scoprire. Il nome di Brian Chase, infatti, è stato cosi tante volte accostato alla Juve nella sua recente storia che ormai tutti ne conoscono pregi, difetti ed esperienza sportive. Già lo stesso nome che era rimbalzato più e più volte, anche in maniera al quanto rumorosa, verso la pare finale del mese di settembre, quando per l’ennesima volta le condizioni fisiche di Nic Wise avevano fatto traballare la sua posizione, salvata poi dalla conferenza stampa di Sacripanti, dalla fiducia dello staff tecnico e quella a termine della società che aveva voluto accontentare il proprio allenatore. Lo stesso che sfumò per un soffio e che ora sarebbe pronto a legare il proprio nome a quello della franchigia casertana dopo i tanti rumors. Il tutto dovrebbe svolgersi, però, in maniera al quanto veloce e repentina, considerando che tra visto e partenza del giocatore si dovrebbe arrivare a prima di venerdì prossimo se si vuole mettere in campo l’ex Cibona Zagabria in tempo per l’arrivo all’ombra della Reggia della Sutor di coach Recalcati. Velocità di esecuzione di un nuovo tesseramento, dunque, che darebbe anche qualche giorno allo stesso staff tecnico di impartire le nozioni base dei vari schemi al nuovo arrivato in modo tale da non farlo sentire come un pesce fuor d’acqua alla prima uscita davanti ai tifosi. Il tutto verrebbe facilitato dal punto di vista dei compagni che non dovrebbero adattarsi ad un qualcosa di diverso da quanto avvenuto fino a questo momento con Wise (la taglia fisica è la stessa e quindi non si va molto lontano da una point guard non altissima o con fisico imponente ndr), anche se a differenza dell’ex Arizona, il curriculum di Chase parla di una mano più rovente rispetto a quella del predecessore e quindi qualche punto in più sugli scarichi dal post basso. Di sicuro a lui Sacripanti chiederà più gestione ed esecuzione (tanto per iniziare) e perché no, punti tirati fuori nei momenti in cui si rompono gli schemi in pieno stile coniglio dal cilindro. Nel 2012 ha messo piede sia in Russia che in Croazia dividendosi tra Enisey e KK Cibona segnando 10,4 punti a Zagabria nell’Adriatic League e circa 6 in Eurocup, e riscuotendo più o meno lo stesso successo in Russia dal punto di vista dei canestri mandati a bersaglio. La dimostrazione dell’essere più attaccante che ragionatore, poi, sono i 18 punti nelle quattro partite di Eurocup con la Dinamo di Mosca nel 2008-09 ed i 16 in Bosnia con l’Igokea sempre nell’Adriatic League, magari numeri non ripetibili per il tipo di gioco di Caserta, ma alla Juve ne basterebbero anche la metà.