Sabato sera il Palamaggiò ha riaperto le porte ad un – va detto – non troppo numeroso pubblico. Per l’occasione la rinnovata Juvecaserta di coach Pino Sacripanti ha vestito i panni del leone che insegue la gazzella. Alla fine il leone, spossato e sfiancato dal lungo inseguimento, è riuscito a mangiare la gazzella. Possiamo dire che i primi due punti sono arrivati con merito al termine di una gara che ha lasciato ben poco allo spettacolo. Oggi, come di consueto, analizziamo i numeri del match, partendo dal risultato finale: 63-61; punteggio basso, merito più degli errori di due attacchi ancora in netta fase di rodaggio piuttosto che di due difese arcigne. Sarà un po’ colpa della forma fisica ancora non ottimale, ma Cremona ha vissuto un progressivo e costante calo in attacco nel corso del match, passando dai 25 punti segnati nel primo periodo ai soli 8 dell’ultima frazione, con in mezzo un secondo quarto da 17 ed un terzo da 10. Caserta, invece, dopo i primi 10 minuti da schiaffi, ha rosicchiato punti su punti all’avversaria, vincendo di due la seconda frazione, di quattro la terza e di cinque la quinta. Ciò denota una buona attitudine alla calma ed alla pazienza, doti non banali per una squadra di pallacanestro. Poi ci sono le statistiche al tiro, quelle che ad inizio stagione non possono essere le migliori. Certo, non ci si può lamentare per il 30% bianconero al tiro da tre (6/20), legato a doppio filo al 3/7 siglato da Eric Chatfield che a Milano aveva decisamente sparato a salve. Dall’altro lato della barricata i lombardi hanno realizzato una sola tripla in meno rispetto ai diretti avversarsi, effettuando lo stesso numero di tentativi (5/20). La Vanoli però ha saputo fare meglio all’interno dell’arco, dove ha concluso la gara con il 47% (16/34) , mentre la Juve ha realizzato un canestro in meno, effettuando una conclusioni in più (15/35 per un complessivo 43%). Perfetta la parità sotto le plance, dove entrambe le formazioni hanno catturato 37 rimbalzi, dando vita ad un intensa lotta piena di equilibrio. La distanza più evidente, che premia i vincitori a dispetto dei vinti, è nella valutazione della Lega: 61-50 in favore dei casertani. Una Juve da rivedere che comunque è stata brava e caparbia, conquistando con sangue, sudore e lacrime un primo scontro diretto. Ed ora bisogna proseguire sul solco della generosità e della voglia di sacrificarsi, coscienti del fatto che quando la qualità non è troppa, bisogna sopperire con l’abnegazione.
Pio Carfora