«Abbiamo vinto una partita importante, fondamentale e contro una squadra ben allenata». Esordisce cosi il condottiero bianconero Pino Sacripanti dalla scrivania bianca della sala stampa del Palamaggiò dedicata ed inaugurata proprionel pomeriggio di sabato a Mimmo Mingione. Esordisce cosi l’head coach della Juve nel commentare una partita che lo ha visto più volte infuriato e correre da una parte all’altra della sua area tecnica per errori dei propri giocatori e chiamate arbitrali che non gli ‘garbavano’. Una partita che Caserta ha fatto e disfatto a proprio piacimento cosi come ha dimostrato nella rimonta dal -13 e nel break cremonese nel finale tutto di marca Vanoli. Ma anche una partita che ha dato delle indicazioni ben precise e cioè che al momento l’italian connection è la parte più solida della squadra. E’ con gli italiani che Caserta ha messo una pezza alla sfida con la Vanoili, è con gli italiani che la Juve ha dato una sterzata a quanto stava accadendo in campo e con Akindele e Jelovac in panchina a guardare Mordente, Maresca e Michelori mettere sotto i diretti avversari e rimettere la sfida sui binari giusti dopo il 6:3 iniziale e la sfuriata cremonese.
«Dalla palla a due sono partiti molto aggressivi su tutte le linee di passaggio – ha continuato l’head coach della Juve subito dopo la fine del match contro la Vanoli di coach Caja – sporcandoci le possibilità di ricezione degli esterni e forzando alcune soluzioni. Nel primo tempo, però, siamo riusciti a giocare bene nella fase di pick and roll specialmente nella rotazione della palla e trovare bene l’uomo libero nell’angolo e poi ribaltarla e trovare, quindi, dei tiri aperti e ben costruiti anche se poi sbagliati per cattive percentuali di realizzazione. A fare la differenza insieme a tutto questo, poi, è stata una cattiva bilancia difensiva che ci ha buttato giù nel punteggio nei primi venti minuti di gioco».
Poi cosa è cambiato specialmente nel secondo tempo?
«Nel secondo tempo abbiamo alzato il livello di intensità in maniera molto graduale e credo che poi è stato abbastanza lampante il dato che anche questa volta nella seconda parte della sfida le squadre hanno abbassato le percentuali di realizzazione con Cremona che ha segnato 18 punti in venti minuti a dimostrazione di come si è ancora una fase particolare della stagione dove si stanno pagando i conti di una mancanza di lucidità dovuta alla preparazione e condizione. Da parte nostra siamo stati bravi a forzare qualche palla persa, rubare palloni e segnare canestri importanti anche se poi siamo arrivati alla parte finale della sfida con non troppe energie in corpo. Quella di sabato è stata la prima partita in cui ho potuto disporre della squadra al completa, anzi la prima settimana. Nonostante tutto abbiamo dovuto fare i conti con un po’ di problemi di natura fisica come quelli di Wise, Chatfield e Jelovac, ma abbiamo lavorato tutti assieme».
Quale è stato il momento chiave del match?
«Beh la sfida è girata sul nostro recupero dal -13 puntando su un solo dato importante: la difesa. Come dicevo in precedenza, minuto dopo minuto siamo riusciti ad aumentare il livello di intensità nella nostra metà campo forzando i loro pick and roll, mettendo molta più pressione e facendo sentire le mani addosso ai nostri avversari, ma soprattutto siamo riusciti ad avere una maggiore gestione e controllo degli uno contro uno che in precedenza ci avevano penalizzato».
Insomma contava vincere e alla fine la vittoria è arrivata…
«Contava vincere. Contava portare a casa i due punti che per noi al momento valgono oro. L’abbiamo fatto contro una squadra che ha una identità ben precisa e che veniva da un pre-campionato di una buona fattura».
E alla fine il timoniere canturino, ha voluto chiudere la propria sala stampa con una dedica speciale: «Vorrei fare un ringraziamento particolare e personale allo staff medico di questa squadra. Un ringraziamento per il lavoro che in questa settimana hanno svolto per consentirmi di avere la squadra al completo contro la Vanoli in un match cosi importante. Ma un ringraziamento personale anche ad Eric Chatfield, che ha giocato una partita di sua responsabilità dopo la botta che ha preso in settimana e che invece non gli avrebbe permesso di essere in campo. Lui però non ne ha voluto sapere di essere fuori, ha voluto giocare a tutti i costi e per questo lo ringrazio».