Difficilmente i sostenitori nerazzurri dimenticheranno l’incredibile vittoria di Taranto. Un trionfo dai toni esaltanti che verrà annoverato, di certo, all’interno del libro che racchiude le grandi emozioni targate Gladiator. Nulla è andato storto alla compagine del presidente Lazzaro Luce che ha resistito all’assalto iniziale dei delfini, prima di rifilare loro ben tre stoccate che di fatto hanno ammutolito il caloroso pubblico pugliese accorso all’Erasmo Iacovone per assistere al debutto casalingo del loro Taranto, a due mesi di distanza dal fallimento. Un’affermazione, quella del gruppo capitanato da Pasquale Borrelli, che toglie i schiaffi da faccia al club gladiatorio ottant’anni dopo l’unico precedente in terra tarantina, quel 9-1 della stagione 1932/1933 che ha avuto finalmente la giusta vendetta. Grazie alla conquista di un risultato del genere, un grande entusiasmo si sta manifestando nel popolo sammaritano che sogna di rivivere la cavalcata vincente dell’annata 2001-2002, quando lo stratega Nello Di Costanzo, a capo della truppa nerazzurra, si garantì la promozione in serie C2 con un rendimento stellare. Nonostante la città di Santa Maria Capua Vetere non si sia ancora innamorata della selezione allenata da Luigi Squillante (ad assicurarlo ci sono i numeri di seguaci non ancora esaltanti), il manipolo di fedelissimi sta già individuando le similitudini tra questa squadra e la corazzata guidata dall’indimenticato Gaetano Romano. Una su tutte la splendida punizione di Tommaso Manzoche, domenica pomeriggio, ha dato il via allo show del Gladiator in terra pugliese. La prodezza del furetto napoletano ha fatto riecheggiare nelle menti degli instancabili supporters sammaritani i celebri calci da fermo del “cigno di Arzano”, il marchio di fabbrica dell’idolo della città del Foro che ha mandato in delirio la torcida in tante giornate di calcio domenicale. Tutto questo entusiasmo non deve però modificare quelle che sono le prospettive di classifica della società del presidente Lazzaro Luce, del vice Gianluca Marciano e del direttore sportivo Antonio Governucci che, da ritiro inoltrato, ha parlato solo ed esclusivamente di salvezza tranquilla. E’ logico che quattro punti ottenuti contro due nobili decadute come Foggia e Taranto sono una base di partenza importante (da non dimenticare è la condizione atletica rovinosa di entrambe le squadre pugliesi che da poco hanno iniziato la preparazione), però il Gladiator deve viaggiare a testa bassa, con umiltà e tanta sana voglia di fare bella figura in ogni incontro. Solo in questo modo gli Audaci manterranno quel profilo basso che la scorsa annata era stato archiviato a favore di una spavalderia inconcepibile che ha mandato in frantumi i progetti nerazzurri. Il prossimo avversario, il Sant’Antonio Abate del tecnico Gennaro Iezzo, sarà il vero banco di prova per i calciatori nostrani che non devono essere tratti in inganno dalla voce zero in classifica dei napoletani, frutto di una doppia sconfitta nelle prime due giornate di campionato che a Santa Maria Capua Vetere domenica prossima provocherà la loro reazione rabbiosa.