La fugace esperienza nella calura del Pala Tedeschi si chiude con un bilancio di una vittoria ed una sconfitta per la truppa di coach Sacripanti. Come detto ieri, di questi tempi, il risultato del campo non conta niente, quindi si va avanti nel lavoro aspettando l’arrivo di Deji Akindele, l’ultimo tassello del mosaico bianconero. Nella finalina contro la tenace Napoli (in campo senza Jiri Hubalek ed ancora incompleta) le cose sono andate un pochino meglio rispetto al match contro Scafati. Ed è strano visto che, storicamente in queste competizioni ravvicinate, nel secondo match si paga maggiormente la stanchezza. Difese decisamente allegre e di ‘zemaniana memoria’, attacchi che han potuto provare diverse soluzioni senza l’assillo di dover trovare sempre e comunque la via del canestro. Come spesso capita nei tornei di precampionato, chi è andato male il giorno prima, ha avuto l’occasione di mettersi in mostra il giorno successivo. E’ il caso di Jelovac, riscattatosi dopo la non esaltante prova con Scafati, che ha palesato una buona forza fisica e la voglia di chi ha tanto da dimostrare. Sprazzi di un buon Maresca che i primi due punti della stagione li ha conquistati… sul mento. Wise, invece, è stato utilizzato col contagocce per non affaticarlo troppo ma ha messo la firma nel finale. Ecco perchè ci sono stati maggiori minuti per gli altri piccoli della banda mentre i lunghi, contati, si sono divisi i compiti. Chi appare ancora lontano dalla condizione è Marco Mordente ma c’è ancora tanto tempo per aspettare l’ex capitano della Nazionale. La stazza fisica massiccia non aiuta neanche Eric Chatfield, decisamente poco esplosivo nel weekend sannita, ma dotato di una buonissima mano… e lo si sapeva visto il biglietto da visita proposto al suo arrivo a Caserta (capocannoniere della Ligue).
Ancora una volta, come successo il giorno prima, i fisiologici cali di tensione che hanno permesso al team di Bartocci di infilare una sfilza di triple nel terzo periodo. Sono momenti di blackout assolutamente comprensibili ma che testimoniano come bisogna lavorare molto sulla transizione difensiva e sulle spaziature nella propria parte di campo da difendere.
Dall’altro lato Napoli ha dimostrato di essere un buon team e che, una volta ultimato l’organico, ha le carte in regola per centrare una tranquilla salvezza e, perchè no, togliersi qualche soddisfazione. E no potrebbe essere altrimenti vista la competenza di coach Bartocci, la bravura di Clemente, la sostanza di Hubalek ed Allegretti oltre alla faccia tosta di un ragazzino come Ceron, giocatore tutto da gustare. Adesso si torna a Pezza delle Noci a sudare in vista della prossima uscita prevista per giovedi’ contro Brindisi in territorio pugliese.