Londra 2012, per Terra di Lavoro un argento ed un bronzo



Clemente Russo

Ci ha pensato il pugilato a tenere alto l’onore di terra di lavoro alle olimpiadi di Londra appena conclusesi: infatti, le medaglie portate a casa dai nostri atleti portano la firma di Clemente Russo e di Vincenzo Mangiacapre. Quella che per molti è la “White Hope” nostrana, dopo aver lottato strenuamente, si è arresa solo, nella finale dei pesi massimi, all’ucraino Oleksandr Usyk, portando a casa una meritata medaglia d’argento. Il collega dei 64 kg, Vincenzo Mangiacapre, ha conquistato invece la medaglia di bronzo fermandosi alle semifinali contro il campione cubano Roniel Sotolongo. La stessa fortunata sorte non è toccata invece all’ex campione del Mondo Domenico Valentino, eliminato ai quarti e a Vittorio Parrinello, medaglia d’argento ai mondiali militari di Baku del 2008, fermatosi solo agli ottavi. Chi, invece, ha sfiorato il podio è il judoka aversano, che vive a Trentola Ducenta, Elio Verde che ha visto sfumare la medaglia di bronzo nella categoria 60 kg, dopo essere stato battuto dallo brasiliano Felipe Kitadai nei ripescaggi per il podio. Non proprio positiva l’avventura alle olimpiadi dell’altro judoka dell’agro aversano, Francesco Faraldo, eliminato al primo turno da Sugoi Uriarte. Decisamente sfortunate la campionessa di pallanuoto Simona Abbate (anch’ella marcianisana) e le ragazze del Setterosa, che hanno concluso al settimo posto i giochi olimpici battendo solo la Gran Bretagna alla Waterpolo Arena, sia nel girone eliminatorio sia nella finalina per la settima piazza. Alla quinta Olimpiade, invece, Ennio Falco, nello skeet che gli fruttò l’oro ad Atlanta ’96, è arrivato tredicesimo non centrando la finale per 2 soli piattelli. A Pechino l’atleta di Sant’Angelo in Formis (Capua) finì quattordicesimo.
Tuttavia, Caserta può ancora sperare nelle paraolimpiadi in programma sempre a Londra dal 29 agosto al 9 settembre, vista la partecipazione del cestista Vincenzo di Bennardo, capitano della nazionale azzurra di basket in carrozzina, e chissà che ciò non possa riservarci delle belle sorprese.




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