Passate le Olimpiadi di Londra col Setterosa di Conti naufragato nel torneo al settimo posto con un risultato deludente, nonostante si siano viste squadre più o meno tutte sullo stesso livello, si deve per forza tornare a parlare di campionato. Restando nelle zone alte della pallanuoto nostrana diamo un ulteriore sguardo su quello che potrebbe essere lo scenario da qui a pochi giorni (forse ore) del prossimo campionato di Serie A1 femminile. Dopo la fusione tra Fiorentina e Firenze, dopo il partecipo ma forse no dell’Ortigia prima ripescata, della decisione della Pro Recco di ‘tagliare’ la squadra femminile campione d’Europa e d’Italia le acque sono quantomeno confuse. Serve urgentemente una correzione di cloro per fare pulizia. Andiamo per gradi: il 2 luglio nella riunione romana l’Ortigia ha formalmente rinunciato alla massima serie, facendo firmare il documento sulle nuove regole (tra l’altro nemmeno rispettato in toto dalla FIN) del futuro campionato al Volturno. La società sammaritana è stata invitata a partecipare come ‘legittima partecipante’ alla prossima massima serie, nonostante la retrocessione. Qualche giorno dopo la notizia proveniente da Recco: “Niente squadra femminile, ci dispiace”. A quel punto il 17 luglio il Volturno ha formalizzato l’iscrizione e a sorpresa lo avrebbe fatto anche l’Ortigia, con tanti sacrifici economici, dato che lo scenario è totalmente diverso rispetto a qualche giorno addietro. Ma la Pro Recco è formalmente iscritta al campionato e dunque, cosa si fa con 11 squadre? La Federnuoto fa passare un’altra settimana e nel mentre emana un comunicato ufficiale con i dettami del campionato di A1 2012-2013, a 10 squadre, però. Nel frattempo ci sono le Olimpiadi di Londra e tutto tace, meglio godersi il Settebello. Ok, va più che bene ed ora che è arrivata la medaglia d’argento e c’è soddisfazione si può tornare a lavorare sereni. Ma bisogna fare prestissimo perché il prossimo campionato di A1 femminile comincerà il 27 ottobre e le squadre si devono preparare, anche al quel poco di mercato che resta. Resta il nodo Recco da sciogliere. Si parla nell’ambiente di superderoghe per permettere al Recco, che potrebbe ritornare ad essere Rapallo ad un anno dalla fusione (cosa non prevista dal regolamento) e di disputare la A1, ma non tutti sono d’accordo e allora si sta studiando una soluzione per far rientrare in A1 l’Ortigia, che non aveva firmato il documento del 2 luglio e far ripartire con una sorta di contentino il Rapallo dalla A2, anziché dalla B come da regolamento. E che fine faranno le tantissime nazionali azzurre che giocano nel Recco e tutte le compagini giovanili femminili (sono 6 anche le ragazze in nazionale ’93 al momento) che stanno facendo benissimo? E cosa ne sarà delle 11 iscritte? Volturno ed Ortigia promettono battaglia in caso di A1 per il Recco/Rapallo, anche perché non si sa ancora se riusciranno in extremis a salvare la squadra femminile, nonostante il comunicato ufficiale della società (a firma di Angelino Barreca, amministratore della Pro Recco), nel caso sia esclusa una delle due. Nel calcio ad esempio ci sono già pronunciamenti di giustizia sportiva che hanno fatto sì che gironi di Lega Pro o di Serie D si siano allargati ad una squadra aggiuntiva, senza contare che se nessuno fa sapere niente alle società interessate, le stesse società di iscrivono ai campionati per non perderne il diritto. Ed è proprio il diritto a partecipare al campionato che si acquisisce pagando la somma stabilita e presentando la fidejussione, fermo restando le decisioni federali o degli organi di controllo. Fatto sta che i pagamenti ci sono e per la federazione sarà una nuova gatta da pelare, per un 2011-2012 che, nonostante le vittorie con le nazionali (che hanno salvato la testa di molti), è da considerarsi un biennio davvero negativo per la gestione del settore pallanuoto agli occhi di molti addetti al settore e ai lavori. Per uno sport fragile che vive di stenti e senza sponsorizzazioni quest’estate è stata un vero spot promozionale e c’è chi si ostina a dire che le società sono le responsabili perchè non fanno marketing… sì, le società.