Una giornata di riposo. Una giornata in cui tirare il fiato, recuperare energie e forse anche qualche ora di sonno, prima di rimboccarsi le maniche e andare oltre avendo in mente e tra le mani a partire da questo pomeriggio, anche le date e le tappe ufficiali della prossima stagione agonistica con la presentazione del nuovo calendario. Una giornata in cui si è finalmente tirato una linea definitiva su quella che è sempre stata la posizione chiave della seconda parte del mercato bianconero, la shooting guard. Una posizione chiave per andare avanti, una posizione chiave per decidere se quello spazio per il passaporto statunitense doveva essere incastonato nel ruolo del cecchino sugli esterni o quello che doveva divedere il proprio tempo tra il ruolo di ala piccola e quello di ala grande. Alla fine la decisione è arrivata ed è arrivata portando a Caserta un giocatore di ruolo, una guardia nel verso senso della parola. Un giocatore capace di segnare dalla lunga e media distanza, ma soprattutto che sa farlo con l’ausilio della squadra e quindi in uscita dai blocchi o dopo uno schema chiamato per lui, oppure come un giocatore del genere dovrebbe fare, anche rompendo qualche schema, anche uscendo dagli schemi nei momenti pià importanti della partita e togliendo le castagne dal fuoco con un gioco di prestigio o una tripla pesante. Un giocatore che sa giocare su spot up, ma anche con palla in mano in quello che è il gioco basilare del timoniere canturino: il pick and roll. Cosa da non trascurare, considerando che il reparto lungo voluto e costruito da Sacripanti in questa stagione è stato messo assieme con l’idea di essere la parte perfetta sia nel ‘roll’ che del ‘pop’ dopo il ‘pick’ a favore degli esterni come Wise, Gentile e lo stesso Chatfield che di questo gioco ne sono ottimi interpreti. Ma anche lunghi capaci di giocare in low post od in post up come playmaker d0’area e far girare il pallone sul perimetro dopo aver aggirato e fatto muovere la difesa permettendo ai cecchini, Chatfield in prima fila, di prendere un tiro in ritmo o con spazio a disposizione.
«E’ stata una trattativa difficile – ha esordito lo stesso coach Pino Sacripanti nel commentare l’arrivo di Chatfield. Una trattativa lunga per un giocatore di grande impatto e che in Francia ha dimostrato di essere di primo livello. Una trattativa dove non abbiamo mai abbassato la guardia e dove non abbiamo mai fatto cadere il nostro interesse con formule diverse di contratto che poi hanno fatto la differenza a nostro favore».
Si parla di un biennale…
«Si un contratto di due anni con delle uscite, ma l’idea che prevale è quella di restare assieme almeno due anni».
Se dovessi presentarlo in poche parole?
«Un giocatore completo dal punto di vista offensivo, dotato di un ottimo tiro e di una buona penetrazione. Gioca bene il pick and roll e questo per noi è un dato molto importante e quindi potrei definirlo la classica guardia americana».
Ora all’appello manca l’ultimo tassello…
«Un ultimo giocatore per il quale ci prenderemo qualche giorno dopo una trattativa estenuante come quest’ultima. Un tre che va nel quattro e quindi capire se sia ancora Doornekamp od un altro giocatore molto simile a lui a chiudere il tutto».
Insomma la scelta non sembra essere facile. Provare a riportare all’ombra della Reggia il capitano dell’ultima stagione, dove ha letteralmente conquistato il cuore dell’intera tifoseria bianconera, o provare a puntare su di un giocatore simile se non uguale, ma altrove. Una scelta per la quale coach Sacripanti si prenderà ancora qualche giorno di tempo. Una scelta che di sicuro avrà come denominatore comune quella caratteristica dell’atleta di poter giocare almeno due posizioni in campo e cioè quelle del numero ‘3’ e quella del numero ‘4’. Ad onor del vero nel momento di massimo bisogno ed esigenza, il canadese di passaporto olandese, ha anche giocato al centro dell’area come lungo di una squadra mignon e che ha dovuto fare di necessità virtù, ma nella quel Doornekamp ha dato battaglia anche nel pitturato.