Ufficialmente arrivato l’altro ieri pomeriggio all’ombra della Reggia, coach Pino Sacripanti. Un rientro a pieno ritmo, quello del timoniere canturino, dal momento che ad aspettarlo sull’uscio della porta non solo del Palamaggiò, ma anche dell’ufficio personale all’interno della Reggia del basket casertana, c’erano già i fidi scudieri con diversi fascicoli e dvd tra le mani per decidere il come ed il dove puntare il dito per provare a smuovere le acque all’interno di un mare che tranne che per qualche società, continua ad essere calmo e con poche onde. Quelle che vorrebbe agitare lo stesso Sacripanti potrebbero essere addirittura un paio se no tre. Tre mosse sullo scacchiere del mercato per arrivare a quel punto della partita dove si suol dire, anticipatamente, scacco matto. Muoversi, dunque, in questa settimana per chiudere tre giocatori per poi lasciare le ultime due mosse per la volata finale della sessione estiva, dove il valore della squadra, gli equilibri, ma soprattutto il valore economico da dare agli ultimi due pezzi del puzzle bianconero, saranno definiti nella maniera più sicura possibile. Piano e valore economico che non sembra essere cambiato per quanto riguarda qualche rumors riguardante un ritorno di fiamma con Powell, considerando che l’ex di turno non ha certo abbassato tanto le pretese da poter accettare il centro dell’area bianconera cosi come faceva un tempo. Certo sarebbe una operazione di marketing non indifferente ed una spinta senza eguali nella corsa agli abbonamenti, ma al momento di scrivere non c’è niente di reale se non una idea, mai morta, di un ritorno romantico per rilanciare la piazza ed il giocatore che dopo la Cina e l’esperienza Nba ai margini degli ultimi tempi, avrebbe bisogno di un toccasana per puntare ancora una volta il sogno Nba. Tre pedine per cinque giorni di lavoro. Tre pedine per cercare di capire l’andamento non solo immediato, ma anche futuro, della costruzione del roster. Il rebus sembra essere sempre lo stesso: scegliere se puntare su di un lungo o su una ala piccola che possa anche avvicinarsi al canestro e proveniente dagli Stati Uniti. Un dilemma che cambia la scelta della guardia in termini di giocatori e non di status (la shooting guarda sarà sicuramente a stelle e strisce ndr) che invece varierebbe per la posizione che resterebbe da parte. Un dilemma che negli ultimi tempi ha avuto diversi spintoni verso la soluzione da una parte e dall’altra. Il primo è stato quello dato dalla notizia dell’interessamento della Juve nei confronti di un giocatore di talento, stazza fisica ed esperienza anche in Europa oltre che in America in Nbdl, quale DeShawn Sims. L’ex Michigan che è ala piccola di professione, ma ala grande all’occasione, avrebbe portato ad una possibilità di doppia scelta, dal momento che la sua collocazione nello spot di numero 3 o numero 4 avrebbe poi portato a pendere un altro lungo americano o un lungo comunitario. Un flirt durato non tantissimo, ma che resta li ridotto ad icona prima di decidere se ripristinarlo sul desktop della Juve o chiuderlo definitivamente. Tutto potrebbe dipendere anche dall’ultimo flirt casertano, dall’ultima strizzata d’occhio che lo staff tecnico e l’entourage di Terra di lavoro ha inviato ad un altro giocatore che andrebbe a prendere posto nella front line bianconera: Damjan Rudez. A differenza di Sims, infatti, l’ex Olimpia Lubiana e lo scorso anno al Cibona Zagabria, è solo ed esclusivamente una small forward. Un’ala piccola al di sopra dei due metri e che nell’ultima stagione ha tirato con il 48% dalla lunga distanza (45/93 stagionale e 57% abbondante da due), che quindi spingerebbe la decisione dello staff tecnico casertano a puntare su di un uomo d’area vero. Un lungo che possa completare le doti di Jelovac e produrre un gioco alto basso tale da aprire gli spazi per i compagni di squadra piazzati sul perimetro. Un lungo che possa saper giocare spalle a canestro sfruttando sia i passaggi in punta da parte proprio di Jelovac o dagli esterni, ma che sappia anche riaprire in casi di raddoppi o di area intasata. Presenza verticale in difesa e che dia sostanza sotto le plance nella lotta alla conquista dei palloni vaganti.