«E’ un giocatore dotato di tanta tecnica». Questo il primo commento, questa la prima dichiarazione sul nuovo acquisto, Jelovac, da parte di Sergio Luise che questo pomeriggio volerà negli States per prendere parte dal vivo alla Summer League di Las Vegas. Un appuntamento dove i bianconeri cercheranno di trovare l’affare giusto per la prossima avventura, ma soprattutto per le casse ed il budget messo a disposizione da parte della dirigenza. Un budget che al momento di scrivere sembrerebbe non certo adattissimo alle richieste ed il prezzo di Corey Fisher (tra l’altro ex compagno di squadra proprio di Jelovac ad Antalya nell’ultima stagione agonistica in Turchia ndr), ma lo si sa tutto può accadere in un basket mercato non di altissime cifre come quello che sta andando avanti in questo ultimo periodo.
«Un giocatore – continua il componente dello staff tecnico bianconero – dal gran tiro da fuori, sia sugli scarichi ma anche da situazioni di blocco sulla palla. Senza contare che tra le sue personali ‘skills’ c’è anche l’essere un abile passatore, che gli permette di fungere anche da ‘play aggiunto’, sapendo dove deve andare la palla, nelle mani di quale compagno e in che modo. Caratteristiche tipiche di un giocatore che conosce il gioco e le sue dinamiche.
Insomma partendo da queste caratteristiche un giocatore fronte a canestro, anche se gli scouting report parlano anche di un giocatore interno…
«Assolutamente. Infatti non disdegna di andare in post basso quando è necessario, e contribuisce, pur non essendo un giocatore estremamente atletico a catturare un buon numero di rimbalzi. Oltre alle sue doti tecniche, è opportuno sottolineare le sue doti di combattente, pronto a tuffarsi su qualunque palla pur di conquistarla, doti tipiche dei giocatori della sua terra natia, la Serbia».
Un numero ‘4’ od un numero ‘5’?
Entrambi. Difatti altra considerazione importante è la possibilità di giocare, sia in attacco ma anche negli accoppiamenti difensivi, come numero 5, facendone un giocatore versatile e in grado di coprire due ruoli. Infine ha una buona esperienza europea, nonostante la sua giovane età, frutto del campionato turco oltre a quello serbo, e alle convocazioni negli anni passati nelle nazionali under 18 e under 20».
Messo il primo tassello, ora sotto con il prossimo e quale occasione migliore della Summer League a stelle e strisce e nel particolare quella di Las Vegas, dove confluiscono la maggior parte dei talenti americani e non solo…
«Eventi come la Summer League che prenderà inizio domani è un appuntamento alla quale una società di serie A come la nostra non può mancare, indipendentemente dall’esigenza e quindi sia per squadre che devono ancora completare la squadra, ma anche per mantenere aggiornate le proprie conoscenze in merito ai quei giocatori che spesso si troveranno a calcare i parquet d’Europa.
Cosa ti aspetti di vedere?
«Un’edizione di altissimo livello. Basta ricordare che in seguito al lock out dell’anno scorso, ci saranno ben 23 squadre zeppe di giocatori freschi usciti dall’università, alcuni scelti dal Draft altri no, ma anche di giocatori più esperti che hanno partecipato alla D-League e ai migliori campionati del Vecchio Continente. Si avrà la possibilità di osservarli da vicino, cercare di avere dei contatti di persona, magari scoprendo le loro intenzioni sull’eventualità di venire in Europa. Sarà il luogo dove saranno riuniti tutti i procuratori del mondo della palla a spicchi, con il risultato di intavolare eventuali trattative ‘face to face’».
IL vostro intento è quello di trovare cosa?
«Andiamo lì con l’intenzione di reperire più informazioni possibili, di conoscere più giocatori possibili, anche se alcuni sono già ben segnati sul nostro taccuino con la matita rossa. Non abbiamo preclusioni di ruoli, dalle posizioni degli esterni a quella del pivot sperando di trovare quelli che fanno al caso nostro».