L’effetto domino è stato lanciato. Un effetto scatenato dal vertice società-staff tecnico e dal quale la Juve pare abbia bussato e sia entrata all’interno del basket mercato se non dalla porta principale, ma nemmeno da quella di servizio. La stessa porta dalla quale coach Sacripanti spera di non vedere arrivare Andre Smith dopo l’esperienza che il lungo del Minnesota sta vivendo in America e che continuerà a vivere anche a luglio. Colui che è stato scelto dal timoniere brianzolo come testimone della prossima Juve, infatti, dopo i tryout con la maglia dei Warriors di qualche settimana fa, ha messo9 in tasca ancora un altro lascia passare: quello per le prossime Summer League. La franchigia diretta in panchina da Mark Jackson ha deciso, infatti, di voler dare al miglior marcatore del campionato italiano, ancora una possibilità. Una possibilità che metterà, dunque, in mostra le qualità del natio di St.Paul, davanti al proprio paese, ma soprattutto sotto gli occhi di quei scout Nba che per tanto tempo e tanti anni lo avevano snobbato e lasciato in un angolo. Il tutto, però, potrebbe tanto rivelarsi come una bella esperienza da mettersi alle spalle per poi pensare alla realtà e quindi all’Europa, quanto rivelarsi un sogno ad occhi aperti con la possibilità di una chance vera tra i professionisti a stelle e strisce. In entrambi i casi la Juve non può che restare inerme e restare ad aspettare, oltre alla particolare ipotesi di restare a mani vuote. Già perché le kermesse americane possono non solo regalare il sogno Nba, ma anche quello di un contratto di un certo livello nel Vecchio Continente, più di quanto potessi immaginare e forse anche se non ne avevi bisogno, considerando che in giro per il web si parla già di offerte di un certo livello e senza mettere ancora piede in campo una sola volta. Insomma tempo al tempo e chi vivrà vedrà. La Juve, però, non si ferma, non si arena solo ed esclusivamente su questa pista, soprattutto per la coscienza del fatto che restare a mani vuote non è poi una situazione da scartare a prescindere e solo perché lo stesso giocatore ha dichiarato amore alla città e al gioco di coach Sacripanti. Si parte ovviamente dai lunghi, si parte da una ricerca di colui che potrebbe sia sostituire che magari giocare al suo fianco sia nello starting five che dalla panchina. Un taccuino a parte, dunque, con vecchie e nuove conoscenze. Ma se per il momento a comparire su questo taccuino sono tante ‘X’ in attesa che la questione legata all’indiziato numero uno si risolva, su quello degli esterni la situazione risulta essere molto più lineare e chiara. Il primo passo verso la riconferma di Maresca era stato già fatto a fine stagione, quando ne la società ne il giocatore avevano esercitato quell’uscita dal contratto a loro piena disposizione. La conferma e la chiusura della pratica, invece, è arrivato in questi giorni con la conferma che l’esterno romano ha non solo firmato un nuovo contratto, ma l’ha fatto dando una grande mano sia alla società sia al coach-gm Sacripanti rinunciando al 20% del vecchio ingaggio. Una dimostrazione di amore e di attaccamento alla società, ma soprattutto ad una città che durante la scorsa stagione l’ha osannata insieme agli altri in una rinascita anche personale dopo i tanti tunnel attraversati vestendo la maglia ed i colori pugliesi dell’Enel Brindisi. Uno ‘swingman’ capace anche di gestire la cabina di regia. UN giocatore da utilizzare in tre ruoli differenti a seconda dei momenti della partita e quindi passare dal dare una mano al play USA titolare ad essere l’ala piccola nel quintetto mini con un doppio playmaker. Idea quest’ultima, che tornerebbe di moda con quello che si preannuncia ad essere il prossimo innesto della Juve o quanto meno il prossimo inteso come lista dopo la rifirma ufficiale di Maresca, Stefano Gentile (nel conto degli esterni resta anche Salvatore Parrillo ndr). Le parti non sono distanti, tanto per usare un eufemismo, e quindi a breve tutto potrebbe risolversi nel migliore dei modi. Cosi come le prossime settimane, potrebbero essere decisive anche per Mazzarino. Dopo essersi ritrovato la possibilità di riavere in squadra il ‘cardinale’ lanciato a Cantù nel 2005 e attualmente sul mercato per la decisione della stessa formazione brianzola di puntare su altri, il timoniere canturino inizia a pensarci sul serio. Le offerte che provengono dall’Uruguay e che quindi porterebbero l’esterno naturalizzato italiano nella propria patria natia, non sembrano essere ostacoli insormontabili, considerando che ormai la famiglia del giocatore si è formata e cresciuta qui nel BelPaese.