«Una scelta che in un certo senso si potrebbe anche definire obbligata. Non che nessuno mi ha imposto di entrare a far parte di questa società, ma obbligata nel senso che avendo questa passione e condividendola con i miei due figli, che giocano a basket e con i quali vengo a vedere le partite domenicali prima di tutto da tifosi, pensare ad una ipotesi di Caserta senza una squadra di basket di un certo livello, come può essere quello della Lega A, mi sembrava davvero surreale». Questo il primo commento, questa la prima dichiarazione del vice presidente bianconero Raffaele Iavazzi in riferimento alle ragioni che hanno spinto il titolare dell’omonima Holding, a fare il passo decisivo dallo status di sponsor a quello di parte del tessuto sociale e dirigenziale della società. «Senza mezzi termini – ha continuato il nuovo dirigente della Juve – si può dire che forse se non ci fosse stato questo mio interessamento e questa mia nuova entrata, magari la società in questo momento sarebbe potuta anche essere in stato di liquidazione. Un’idea che al solo pensiero, ripeto, mi è sembrata assurda ed inconcepibile».
E’ bastato il suo ingresso e la Juve ha trovato nuova linfa vitale, ma sempre di un solo apporto si è trattato. Secondo lei la mancanza di attaccamento o se vogliamo di partecipazione ad un progetto di eccellenza territoriale come la Juvecaserta, da parte della classe imprenditoriale, cosa significa?
«Sinceramente cosa significa non lo so, ma quello che so e che posso dire è che nemmeno una settimana prima della data dell’incontro con il notaio per la ratificazione di accordi e per definire il nuovo tessuto sociale, i nomi non erano certo solo quelli di Gervasio, Caputo e Iavazzi. Ovviamente non mi riferisco, come ho avuto già modo di dire in altre interviste, che non si parla di Galeo e di Maione, che non hanno fatto mancare il loro apporto, decidendo però di darlo in maniera diversa e quindi da sponsor e non da socio. La dimostrazione di quello che sto dicendo è la sua presenza nel consiglio di amministrazione e quindi si può ben capire come l’impegno della Galeo è una mano importante per questa società. Diversamente, ci sono stati degli altri imprenditori che quando è stato il momento di mettere mano al portafoglio, si sono tirati indietro, lasciandomi sinceramente al quanto rammaricato».
La sua entrata a far parte di una società che aveva qualche problema nella scorsa stagione e che quindi potevano essere una sorta di campanello di allarme, potrebbe servire come rassicurazione nei confronti di chi magari destava ancora qualche dubbio a riguardo?
«Io spero e voglio credere che il mio impegno e la mia entrata in società, abbia questo ruolo principale. Senza contare che metterò il mio impegno non sulle prime pagine dei giornali, altrimenti avrei fatto il presidente, ma dietro le quinte lavorando dal punto di vista economico e dei conti per dare maggiore sicurezza a chi magari destava, appunto, dubbi da questo punto di vista».
In particolare ci può spiegare quale sarà il suo ruolo?
«Libri contabili,. Bilancio, rapporto con le banche e tutto quello che riguarda il alto economico di questa società, compresi dipendenti con i quali ho anche avuto modo di confrontarmi».
Quale il suo obiettivo dirigenziale da raggiungere ora che è parte di questa società?
«Di penetrare ancora di più nel territorio, far capire sempre più che questa Juve è un bene di tutti e quindi stiamo già lavorando per raggiungerlo con delle iniziative che spero a breve possano essere concretizzate».
Non molto tempo fa i ‘rumors’ parlavano di un possibile accordo con una banca locale per un ruolo di main sponsor o comunque per un legame di sponsorizzazione. Poi tutto è sfumato. Secondo lei una versione locale di quanto accade a Siena è pura utopia o una possibilità reale?
«Al momento non credo che sia possibile. La speranza è che nel futuro si possa intavolare anche un discorso del genere per avere una raggio di azione più ampio».
Ha parlato di bilancio e lato economico. Se proprio dovesse fare un paragone rispetto alla situazione che ha trovato al momento di entrare a far parte di questa avventura, anche se da sponsor?
«Senza dubbio la situazione attuale è molto più tranquilla e serena, ma ciò non toglie che ci sono dei passi che ancora devono essere fatti in riferimento, soprattutto, al passato e alle gestioni precedenti».
Di numeri e di cifre vive anche il budget da mettere a disposizione di coach Sacripanti per la nuova squadra. Quello per il nuovo corso è uguale o un tantino superiore a quello della passata stagione?
«Di sicuro sarà un budget adeguato alle necessità di coach Sacripanti. Sulla quantità e sulla portata, poi, non vorrei esprimermi perché la stessa potrebbe variare da una settimana all’altra e dipendere da tanti fattori come per esempio quello legato all’abbonamento dei tifosi. Dalla prossima stagione saranno eliminati nel vero senso della parola, gli abbonamenti gratis. Io sarò il primo a pagarlo e quindi tutti dovranno fare lo stesso. La presenza ed il numero di abbonati andrà ad incidere direttamente sul budget da usare per la costruzione della squadra. Questo è l’unico atto di aiuto che chiediamo ad un pubblico fantastico».
L’ultima riguarda la possibilità di tenere a Caserta Andre Smith. Il suo parere?
«Ci stiamo provando in tutti i modi anche con piccoli sforzi in più per permettere al giocatore di tornare a vestire i nostri colori. Le trattative sono già ben avviate e quindi ci proveremo fino alla fine».