«Il poter programmare il futuro su di una base medio-lunga, è un dato molto importante specialmente in un momento storico come questo che si sta vivendo. Un periodo in cui la crisi si fa sentire e quindi vedere che c’è il pensiero e la voglia di guardare avanti al di la di una singola stagione fa piacere, ma soprattutto è un pensiero che va approfondito fino in fondo».
Esordisce cosi Max Oldoini nell’analizzare la scelta e la voglia dell’entourage di Terra di lavoro di guardare avanti oltre la prossima stagione e programmare su di una base biennale.
Senza voler parlare di soldi, numeri o fare i conti in tasca a nessuno, però si può dire che questo che si sta attraversando è un periodo più sereno rispetto a quello della passata stagione…
«Certamente si. Questo avviene quando ci sono delle forze nuove che entrano a far parte della società non solo dal punto di vista economico, ma anche dal punto di vista stessa costruzione societaria. E questo per noi è un dato altrettanto fondamentale, considerando che poi le vittorie in campo si costruiscono anche avendo una società forte alle spalle. Pertanto più nuovi arrivi ci saranno tanto migliore sarà il progetto nel corso del tempo».
Un progetto che ha al suo fondamento, ancora una volta lo staff tecnico. Quanto conta avere questo tipo di continuità tra stagione che finisce e quella che inizia e quindi nella costruzione della squadra?
«Conta tantissimo specialmente per la sinergia che si viene a creare quando ci si conosce ormai da tanto tempo. Quando poi si sta bene assieme si crea quel di più che ti porta a fare un lavoro migliore nel corso della stagione che stai affrontando, nella off season e poi ovviamente nella ripresa del nuovo gruppo, allenamenti e quindi nuovo campionato. E’ tutto un ciclo fatto con la stessa intensità e lo stesso impegno per tutto l’anno».
Nella scorsa off-season nella ricerca dei nuovi elementi per la ricostruzione della squadra, l’elemento personale ed umano è stato quello predominante. Sarà cosi anche in questa fase di ricostruzione della Juve?
«Il lato caratteriale e quello umano di un giocatore resterà sempre il nostro punto di partenza ed il nostro pensiero fisso. Anche quest’anno siamo alla ricerca di giocatori che hanno voglia di buttarsi in un progetto nuovo e che hanno tanta voglia di emergere, ma facendolo con tanto lavoro e dedizione cosi come è successo nella passata stagione. Senza contare che il alto caratteriale, viene prima, dal momento che dal punto di vista tecnico se un giocatore ha la dedizione e la voglia di lavorare si migliora comunque».
Insomma l’idea che ha rappresentato la meglio Andre Smith e non solo dal punto di vista balistico?
«Andre è l’esempio perfetto, cosi come tanti altri. L’esempio di un giocatore sempre pronto a dare tutto quello che aveva in campo ed in allenamento per migliorare se stesso e la squadra».
Tu che l’hai vissuto tutto l’anno, le sue parole di amore legate al desiderio di restare a Caserta, possono essere qualcosa in più che semplici dichiarazioni?
«Assolutamente credo che le sue parole siano state sincere e che qui a Caserta abbia trovato un gruppo di persone che l’hanno seguito, l’hanno fatto migliorare ma soprattutto che gli ha dato la consapevolezza, insieme a tutta la squadra, di cosa si può fare in una stagione di duro lavoro».
Quindi ci proverete a spingere nei confronti della società per provare a realizzare questo sogno d’amore?
«Lo si spera».
Passo indietro verso la scorsa stagione, quale il momento fondamentale?
«Una stagione divisa in due dove ognuna delle due parti è stata importante. La prima per i tanti punti conquistati contro squadra di alto livello e che ci hanno permesso di portare a casa la salvezza. La seconda per la pallacanestro e la voglia di non mollare profusa dalla squadra e che ha fatto capire che nonostante tutto si trattava di un tema sempre vivo. In conclusione una cavalcata bella intensa».
A cavallo tra la prima e seconda parte, poi, anche gli infortuni e la componete fisica ha fatto il resto…
«Sicuramente nel periodo prima di natale abbiamo giocato tante partite e questo dal punto di vista fisico ci ha penalizzato. Cosi come nella parte finale dovuta comunque ad una stagione sotto certi punti di vista al quanto dispendiosa. Per quanto riguarda gli infortuni mi viene in mente quello di Righetti arrivato nel suo miglior momento stagionale e dopo il quale abbiamo dovuto ricominciare tutto da capo e quindi anche la fortuna non ci ha assistito in certi momenti».
L’ultima è sui giovani Marzaioli e Cefarelli. Tanto lavoro, presenze importanti per due giovani che potrebbero riportare Caserta in campo dal punto di vista di appartenenza cestistica…
«Hanno fatto dei grandi miglioramenti nel corso della stagione. Ai due mi piacerebbe aggiungere Loncarevic che dopo la partenza di Fletcher ci ha dato una grandissima mano in allenamento e non solo. Tutti hanno fatto dei passi in avanti entrando perfettamente all’interno dello spirito di lavoro e dedizione della squadra di cui si parlava in precedenza. Hanno lavorato e continuano a farlo per fare degli altri passi importanti, visto che hanno capito che se c’è una possibilità di arrivare va sfruttata fino in fondo e lavorando sodo».