Juve, Maione ha le idee chiare



Il responsabile della Galeo

Tutto si può dire, tranne che non abbia le idee chiare uno dei nuovi partner all’interno del complesso societario del presidente Gervasio, Vittorio Maione. Una visione chiara a 360° partendo dalla decisione di accettare l’offerta ed essere parte del tessuto societario sino all’idea a di voler puntare sul settore giovanile. Una visione che non può che far piacere prima di tutto ai piani alti dell’entourage casertano, fino agli aficionados bianconeri, che hanno conferma di come in fondo al tunnel dei problemi economici della scorsa stagione, c’è della luce ed a tratti anche abbagliante. Certo che per uscire totalmente da questo tunnel, la Juve avrebbe ancora bisogno di qualche altro passo in avanti e rappresentato dall’entrata al fianco di Iavazzi e Galeo, nella persona dello stesso Vittorio Maione, nella lista delle ‘new entry’. Intanto di alcuni importanti sono stati fatti grazie ai risultati della scorsa stagione ed ovviamente grazie ad una passione, quella per la palla a spicchi, che si dimostra, ancora una volta, l’elemento fondamentale sul territorio bianconero cosi come spiega lo stesso Maione: «Cosa mi ha convinto? Ovviamente lo stesso elemento che mi aveva già convinto nella scorsa stagione nella decisione di appoggiare come sponsor la Juve: la passione. Ma ancor di più il sentirmi casertano e parte di questo territorio anche se poi la mia azienda opera su tutto il territorio nazionale».

Quali le prime aspettative a seguito di questo passaggio da partner economico a parte della società?



«Sicuramente la priorità assoluta è quella di creare o provare a creare sin da subito una Juve ‘manageriale’. Un aspetto importante che valuteremo e cercheremo di mettere in atto con tutti gli altri soci e che forse la scorsa stagione è mancato con il solo Gervasio».

La sua decisione, cosi come quella di Iavazzi, di investire nella Juve, può essere considerata l’apripista giusto per provare a fare breccia tra altri imprenditori nella convinzione che la Caserta cestistica è un’eccellenza senza mezzi termini?

«Sinceramente la Juve era già un’eccellenza del territorio prima ancora che arrivassi io sia come sponsor che come parte della società. E’ logico che la ricerca di altri componenti è un altro elemento fondamentale se si vuole creare un progetto ancora più competitivo e la speranza è che adesioni e questa breccia di cui si parla, avvenga prima di tutto nel cuore e nella passione di altri imprenditori del territorio, dal momento che la territorialità e l’appartenenza sono due elementi importantissimi. Al momento i nostri passi li abbiamo fatti ed in attesa che ce ne siano altri, spero che anche il pubblico faccia la propria parte sotto forma di abbonamento e ci stia vicino in maniera migliore rispetto alla passata stagione».

Quanto ha contato avere una visione della Juve societaria su base biennale?

«Dal punto di vista manageriale, tantissimo. Parlare di breve periodo è solo per chi vuole sopravvivere, programmare nel medio-lungo è di gran lungo la cosa migliore da fare per chi vuole investire guardando al futuro».

Quale i primi passi da fare per la prossima stagione?

«Aspettando che si possa definire il tutto per la prima squadra, penso che puntare sul settore giovanile, puntare sulle giovani leve sia un passo fondamentale da compiere, specialmente se si vuole pensare ad una crescita complessiva di tutto il movimento. Personalmente anche nella mia azienda punto molto sui giovani. La mia azienda ha un’età media di trent’anni e quindi questo fa capire quanto conti per me questo aspetto».

Mettendo da parte per un attimo la Juve del futuro e passando a quella del passato, cosa l’ha colpita di più della ‘versione’ che nella stagione andata in archivio, ha conquistato la salvezza?

«La tenacia. La grinta e la voglia di non mollare nonostante le tante difficoltà di squadre dovute ai motivi che ormai tutti sanno. Nonostante tutto siamo riusciti a portare a casa vittorie importanti e di peso. Di sicuro ci piacerebbe ripartire da quella tenacia, da quella grinta per costruire un gruppo un gradino più competitivo per confermare e rilanciare il movimento».

Potendo suggerire un solo giocatore da tenere, chi sceglierebbe?

«Di sicuro Smith è stato il giocatore più produttivo e costante, ma tutti hanno dato indistintamente il proprio contributo. Quindi non saprei, anche perchè è campo che spetta solo ed esclusivamente a coach Sacripanti».


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