Il 16 luglio 2010 non verrà ricordata piacevolmente dai tifosi del Marcianise. Il Consiglio Federale infatti ha cancellato i gialloverdi dalla geografia del calcio. Dopo sette anni di gioie ed emozioni il Real uscirà di scena. Addio partite nello storico ‘Progreditur’, addio trasferte, addio ansia domenicale e la paura di venire beffati all’ultimo minuto come spesso è accaduto specialmente nella prima stagione di C1. Sarà difficile per i marcianisani rinunciare a tutto questo e sarà triste anche per molti addetti ai lavori la domenica non rivedere la solite facce, ascoltare i commenti della gente assiepata sui gradini dell’impianto comunale. Grandi giocatori hanno indossato la maglia gialloverde: nelle ultime stagioni basta ricordare i vari Innocenti, Schiavon, Vanacore, Fumagalli, Murolo, Filosa, la bandiera Poziello, Tomi. Calciatori che avrebbero sicuramente meritato categorie superiori (qualcuno esordirà in B ad agosto) ma con la compagine di Bizzarro si sono tolti parecchie soddisfazioni divenendo i beniamini del pubblico. Un ruolo fondamentale lo ha avuto il ds Giovanni Pasquariello. Decisivo in ogni momento, nell’ultimo anno con mister Boccolini è riuscito a tenere in equilibrio i cocci di un vaso che sembrava rotto. Il presidente, dal canto suo, dopo sette anni ha deciso di chiudere con il calcio. Fino alla fine la città ha provato a fargli cambiare idea. Dopo il rammarico e delusione per il trasferimento del titolo a Caserta, è arrivato il sospiro di sollievo alla notizia che la Real Casertana non avrebbe preso il posto in Prima Divisione dei cugini. “In fondo è giusto così perché i titoli si conquistano sul campo” dicevano qualche giorno fa fuori lo stadio. Ripartire è sempre la cosa più difficile. Di delusione ce n’è tanta, è innegabile, ma sindaco e assessore dovranno essere bravi a riconquistarsi la fiducia della piazza perché il calcio a Marcianise merita di ripartire. Per ora restano i bei ricordi e un vuoto che solo il tempo potrà colmare. Solo rivedere la palla al centro potrà lenire per qualche ora il dolore di una tifoseria che merita onore e tanto rispetto.