Nonostante tutto l’obiettivo resta sempre lo stesso. Nonostante la piccola parentesi in cui i colori bianconeri sono stati all’interno delle probabili pretendenti alla post season, la truppa di coach Sacripanti ha dovuto abbassare il tiro specialmente dopo un periodo non certo fertile di vittorie tanto per usare un eufemismo. Cinque sconfitte in fila e quattro tra le mura amiche. Questo il bottino di un girone di ritorno che di sicuro non si presentava cosi difficile come invece è stato sul campo. Una vittoria ancora. Questo è quello che manca attualmente a Collins e compagni per sentirsi ancora più sicuro di quanto siano adesso con gli otto punti di vantaggio nei confronti di Casale Monferrato. Una sola vittoria per provare a lasciarsi alle spalle la salvezza e conservare quanto di buono è arrivato dal girone di andata cosi come ha affermato anche l’assistente in panchina di Sacripanti, Sergio Luise: «Essere tornati a stretto contatto con le zone basse della classifica, significa che dobbiamo cercare di lavorare ancora più duramente per raggiungere più velocemente possibile la salvezza matematica per non cancellare quello di buono che abbiamo fatto durante tutto l’anno».
Può avere delle ‘ripercussioni’ dal punto di vista morale?
«Non credo, fino a questo momento non ci siamo mai girati indietro e pensare e guardare ai nostri avversai, ma abbiamo sempre guardato alla partita successiva senza esaltarci per una vittoria o deprimerci per una sconfitta. E questo è il motto che continueremo ad avere fino alla fine di questo campionato».
Tornando alla sconfitta di Teramo, nel finale siete andati avanti di e poi cosa è successo dal tuo punto di vista?
«Beh dopo quel vantaggio, ma soprattutto nella parte conclusiva della sfida, ci sono stati alcuni errori difensivi, e alcune scelte sbagliate in attacco, anche per l’assenza di un vero playmaker che hanno deciso e indirizzato il match nel verso sbagliato».
Cosa secondo te non è andato nel piano partita?
«Soprattutto nei primi due quarti abbiamo concesso troppi canestri in area da situazione di pick and roll e troppe palle perse».
Quanto ha inciso secondo te la componente fisica?
«Ovvio che lo sforzo per rientrare in partita poi puoi pagarlo, ma ci è successo anche di perdere dopo aver condotto a lungo, vedi Varese e Roma. Sicuro che siamo corti dopo la partenza di Fletcher e i problemi di Collins».
Dopo quattro sconfitte in casa e cinque in generale, come si esce da questo brutto momento?
«Concentrandosi sempre di più sugli aspetti tecnici che prepareremo in palestra, gestendo le risorse durante la settimana e non perdendo la fiducia in noi stessi ed in quello abbiamo fatto e preparato».
E all’orizzonte c’è anche una partita difficile come banco di prova, il derby con la Sidigas…
«Sinceramente avrei preferito una gara più facile visto il valore dell’avversario, anche se il derby è una partita che ti spinge ad andare oltre gli ostacoli e a superare le difficoltà, a prescindere dalle forze in campo e dalle energie rimaste».
Che partita sarà questo derby di ritorno?
«Una partita tirata, fisica e con grande voglia di vincere da parte di tutti i giocatori che scenderanno in campo. Spero che sia completata anche da una bella cornice di pubblico».
Quale la chiave del successo?
«Limitare la loro forza in campo aperto, le loro giocate di energia, le giocate da pick and roll saranno I nostri obiettivi. I duelli in campo saranno diversi, più che un giocatore chiave, spero che il nostro pacchetto lunghi, seppur rimaneggiato, possa essere decisivo per vincere questa partita».