Una sconfitta che pesa il giusto. Due punti persi che potevano dare se non la matematica salvezza, ma una seria ipoteca sulla permanenza in questo campionato, contando anche sulla contemporanea sconfitta di Casale Monferrato contro la Bennet Cantù. Due punti che avrebbero permesso ai bianconeri di girare una pagina importante anche dal punto di vista societario, considerando che con la salvezza in tasca, ma non abbottonata e che per tirarla fuori sarebbe dovuto succedere un miracolo al contrario, nei piani alti di Pezza delle Noci si sarebbe potuto guardare, per la prima volta in questa stagione, in faccia al futuro. Un futuro che continua ad essere incerto, che continua ad essere appeso ad un filo sottilissimo e che ovviamente si sta cercando di non far spezzare per nessuna ragione al mondo, ed invece. Ed invece si deve ancora rimandare di una settimana. Sette giorni per provare a conquistare questi due fatidici punti potendo contare ancora una volta dell’aiuto della ‘Dea Bendata’ e giocare buttando ancora una volta un occhio in casa e nel giardino altrui con un risultato che dovrebbe essere scontato al 99,9% e solo perché il basket è uno sport che impedisce di dare la certezza assoluta di un risultato e Caserta ne ha dato la dimostrazione più e più volte in questo lungo cammino. Giardino che ovviamente resta quello piemontese della Novipiù Casale Monferrato che dopo la trasferta in brianza, tornano a casa per ospitare ed incrociare le armi con la regina di questo torneo: Montepaschi Siena. Un calendario che quindi fornisce quel vento in poppa ai bianconeri favorevole per poter puntare al doppio colpo, se non fosse altro che il nome degli avversari della Juve è quello della Sidigas Avellino. Insomma un derby per provare a chiudere il tutto. Un derby per scacciare i demoni di quella zona retrocessione, fornire la possibilità di sperare e credere in un miracolo da parte di chi è dietro in classifica, ma soprattutto un derby per provare a soffiare via quei demoni legati al face to face contro gli irpini che ormai da sempre rappresenta una pagina non propriamente felicissima per la franchigia di pezza delle Noci. La prima nota lieta dalla quale partire, però, è che per la prima volta da quando è iniziato questo girone di ritorno, Caserta affronterà una squadra che più o meno verte nelle stesse condizioni e non solo economiche. Una squadra che il quadro monetario del club avellinese ha modificato e ridotto strada facendo un po’ come è successo all’ombra della Reggia, dove però la sfortuna e gli infortuni hanno fatto il resto. Una squadra senza un lungo di peso o centimetri e chili a volontà ed una panchina normale se non propriamente corta. Un confronto alla parti e che coach Sacripanti potrà affrontare e preparare senza i tarli e gli incubi di mascherare i miss-match per il campo e specialmente nel reparto della front line. Certo la posizione ed il ruolo di capitan Doornekamp, per esempio, non muterà rispetto al passato e dovrà ancora una volta spendere minuti sui ventotto metri di campo tra le rotazione dei lunghi, ma almeno dall’altra parte della barricata non ci sono giocatori che possono sovrastarlo in energia ed anche in taglia fisica. Buone notizie, queste ultime, anche per Andre Smith che tornerà a battagliare per molto tempo con lunghi della sua categoria ovvero ‘undersized’ ed atipici e con il tiretto facile come Ron Slay, lo stesso che a fine partita generò qualche piccolo malcontento all’interno della tifoseria casertana e che ora ritroverà al gran completo tra le mura che furono sue nell’anno del ritorno della Juve nel Gotha del basket tricolore. L’enigma principale, però, resta uno, ovvero quello della presenza di Andre Collins e della marcatura di Marques Green. Il folletto irpino vinse nettamente il duello dell’andata e quindi l’ex Pesaro e Bologna potrebbe puntare su di una rivincita, sempre che il problema alla gamba non lo releghi al ‘tifo’ da panchina come nell’ultima sfida in quel di Teramo. Energia. Questa è, quindi, la parola chiave di questa settimana che riprenderà normalmente questo pomeriggio dopo i due giorni per le festività pasquali. Energia per correre, energie per difendere e trovare quella transizione e contropiede che tanto ha fatto male agli avversari in passato e che ha infiammato il Palamaggiò. ‘La Reggia del Basket’ ha ancora un grido di liberazione strozzato in gola per le quattro sconfitte in fila del girone di ritorno ed allora quale occasione migliore del derby per liberarsi completamente e mettere una grossa pietra su questa stagione e provare ad alzare al testa verso l’orizzonte sperando che ci sia cielo limpido e tanto sole.