In questi casi è proprio il caso di dire che certe sfide ti regalano un fascino particolare. Diverso dagli altri e non bisogna nascondersi. Bisogna guardare in faccia la realtà e dire, a chiare lettere, che quando si sfidano la Juvecaserta e la Virtus Roma, sulle lastre di legno, si sente una vibrazione particolare. Aumentano i battiti cardiaci, si sente nell’aria quel profumo magico che solo certi eventi sportivi ti sanno regalare. Chi ha qualche capello bianco in più vola con la fantasia. Vola a canestro col folletto Larry Wright, vede sparare un missile da parte di Oscar, rivede quel folle buzzerbeater di Riccio Ragazzi al Pala Eur, oppure resta estasiato da una fuga verso il canestro da parte del capitano Nando Gentile. Ci vorrebbe un libro a parte per descrivere che fascino nasconde questo match che ha visto, tra gli altri, recitare sul proscenio campioni come Danny Ferry e Brian Shaw, Tato Lopez e Mike Davis passando per le prove mostruose al tiro del carneade Evric Gray (che viene ricordato solo per le cinque bombe messe nel canestro dell’allora Burghy) oppure i più giovani si esaltano ripensando alle sette cannonate sparate da Jumaine Jones all’Eur due anni fa nei quarti playoff: una raffica che portò l’ostico Pala Lottomatica ad alzarsi in piedi ed applaudire. Sì, perchè Caserta contro Roma ha vissuto pagine epiche, è valsa una Korac (vinta dai romani) ma ha sempre scaldato il cuore. Ed è un vero peccato che questo match sia privato della presenza dei tifosi ospiti, all’ombra della Reggia come nella Capitale. Non resta che aspettare la palla a due e questa sagza infinita scriverà un’altra pagina.