“L’Aversa Normanna è dei tifosi e della città di Aversa.” Questo il messaggio chiave della conferenza stampa che si è tenuta al Bisceglia dopo un lungo periodo di silenzio. Il patron Spezzaferri ha ampiamente espresso la propria volontà di portare in alto la squadra granata e di trovare un punto di incontro con la tifoseria. Ma ora viene il bello: dove sono i tifosi? Il gruppo della Curva Nord si è sciolto con un comunicato che parlava di trasferte ma che ha in effetti limitato anche la presenza tra le mura amiche, e ovviamente è impossibile parlare ad una persona alla volta. La società di errori ne avrà fatti sicuramente tanti, ma qualsiasi persona intelligente, tra tutti i veri tifosi, riconosce che criticare duramente e arrivare quasi alle mani dopo un pareggio sicuramente rocambolesco è la via sbagliata per trovare una soluzione. Come chi dopo essere stato offeso, prende a schiaffi l’intermediario finendo poi dalla parte del torto. La situazione che spesso lascia perplessi è che gli stessi tifosi ricordano quasi con le lacrime agli occhi momenti intensi e felici come le lunghe trasferte, oppure la scenografia da applausi per la gara con l’Avellino, ma purtroppo per le gare ‘normali’ alcuni di loro preferiscono stare a casa e guardare Inter, Juventus, Milan e Napoli. E’ facile andare allo Stadio a vedere l’Avellino, oppure il Perugia o altre compagini di alto valore, quando invece l’amore si vede soprattutto nei momenti delicati della stagione. Perché rimproverare alla società che l’obiettivo era la salvezza? E’ questo il motivo per disertare lo stadio? Voglio pensare che non sia così, perché per un gruppo come quello aversano, con risorse solamente personali, zero sponsor e 200 tifosi, non ha le entrate giuste per comprare e per sognare in grande. Meglio un po’ di riso che ti permette di andare avanti che una pizza che ti gonfia solamente per poche ore. Il grande colpo spesso non risolve le partite e può diventare in poco tempo anche un problema. Il futuro sono i giovani e chiunque può sottolineare l’importanza di avere un vivaio di alto livello, Empoli, Chievo, Brescia insegnano. L’anno prossimo la Lega Pro potrebbe unificare la Prima e la Seconda Divisione in un solo gruppo da tre gironi, una Serie C unica, che aprirebbe scenari inimmaginabili. L’Aversa farà sicuramente parte delle squadre in regola con i pagamenti, e questo già deve essere motivo d’orgoglio, ma addirittura se le cose andassero per il verso giusto, si potrebbe essere protagonisti di un sogno che in Terra di Lavoro non ha eguali. Affrontare però Taranto, Salernitana, Benevento e tante blasonate squadre con appena 200 spettatori è già una prima sconfitta per una città di oltre 60mila abitanti. Insieme si deve raggiungere l’obiettivo non di vincere ma di far re innamorare i supporters granata di una bellissima realtà che non può scomparire. Perché l’Aversa Normanna è dei tifosi ed è della città di Aversa.