«Per noi è fondamentale essere al 100%. Esclusi i giovani siamo in otto e spesso i minutaggi si aggirano intorno ai 35 minuti,quindi il recupero per noi è molto importante e diventa difficile giocare ogni 3 giorni. Contro difese fisiche come quelle di Cantù, i maggiori problemi in queste situazioni li riscontriamo proprio in attacco». Questa la prima spiegazione, questa la prima analisi ad una sconfitta, quella con Cantù che ha accompagnatola Juveverso il riposo per l’All Star Game e che accompagnerà ancora per qualche giorno la truppa di coach Sacripanti, dal momento che da quella partita, partirà la preparazione di un’altra di altissimo livello come quella contro l’Armani Milano.
«Tecnicamente, invece – ha continuato l’assistente in panchina di Pino Sacripanti – la loro difesa ci ha costretto a giocare fuori posizione, spesso ha impedito al nostro attacco non solo la prima opzione ma anche quelle secondarie».
Contro una squadra cosi fisica si poteva fare qualcosa in più specialmente in difesa?
«Non credo. Ovvio che parliamo della classica coperta corta, ma credo sia stato fatto tutto il possibile».
Cosa vi portate come ‘insegnamento’ da questa sconfitta per affrontare le prossime sfide?
«Contro un avversario come Cantù, che è di primissimo livello, non puoi avere pause all’interno del gioco, così come non puoi non capitalizzare tutte le opportunità che si presentano durante la partita. Se hai la fortuna e la bravura di fare un break, devi continuare a spingere, sapendo che arriverà sicuramente la risposta della squadra avversaria».
Quanto di questo insegnamento può essere usato già a Milano?
«A Milano troveremo una squadra molto simile a Cantù, soprattutto dal punto di vista fisico, con giocatori in grado di avere un miss-match favorevole in tutti i ruoli e in grado di mettere in campo un’intensità altissima per tutti i40’. Da questo punto di vista la sconfitta di mercoledì e l’analisi della stessa ci sarà di grande utilità».
Quanto della sfida di andata potete rimettere sullo scacchiere di questa partita di ritorno?
«Dal punto di vista tecnico ci sono sicuramente alcuni aspetti che si ripeteranno, ma a costo di essere ripetitivo, sarà la nostra intensità a fare la differenza. Ricordo la partita di andata come una in cui abbiamo tenuto alta la concentrazione fino alla fine, non alzando mai il piede dall’acceleratore. Solo riproponendo questo atteggiamento avremo qualche chance di vittoria».
Prima di questa sfida importante avrete la classica e normale settimana di allenamento, quindi vuol dire che quella che vedremo in campo a Milano sarà la squadra di sempre e che ha compiuto anche imprese contro le ‘big’?
«E’ vero che avremo la settimana tipo, ma è anche vero che la inizieremo con qualche giocatore non al meglio della forma, ma ancora con qualche acciacco derivante dagli impegni ravvicinati. Indubbiamente la settimana lunga è comunque quella più congeniale alle nostre caratteristiche ed esigenze di squadra».
Nel caso di sconfitta contro Milano, pensi che si possa continuare a percorrere la strada verso i playoff o si dovrà fare un passo indietro?
«Obiettivamente la corsa ai playoff è in questo momento ancora possibile ma più difficile, visto che non dipenderà solo da noi stessi ma necessita di qualche passo falso da parte di chi ci precede. In ogni caso non credo che la partita di domenica sarà decisiva, e questo vale per entrambi i risultati».
Il tuo giudizio sulle ultime prestazioni di Kudlacek. Giovane, ma bene in mezzo al campo…
«Jacob ha dimostrato di avere una buona personalità nonostante la giovane età. Segnare tiri liberi decisivi e mantenere la calma contro la forte pressione come è avvenuto a Pesaro, non è da tutti. E’ un giocatore con, ovviamente, ampi margini di miglioramento, ma la sua attitudine al lavoro e la sua serietà gli permetteranno di raggiungere ottimi livelli di gioco».
Su chi scommetteresti, se proprio fossi costretto, come uomo partita di Milano e perché…
«Premesso che non è una sfida in cui la giocata del singolo farà la differenza, ma sarà fondamentale l’apporto di tutta la squadra, chi potrebbe giocare una gran partita e’ Bell. Il motivo? Il blasone e la forza dell’avversario, senza dimenticare il campo di gioco e le sensazioni che si provano a giocarvi, sono elementi che possono esaltare la nostra guardia americana».